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piú ricco è la voce sintetica del protagonista, e la mia formula è «come se la cava un tale in una data situazione». Questo non solo nelle prose ma pure nei versi. Tutt’altro Vittorini, che, ignorando dantescamente il protagonista, può farne simbolo senza sforzo.

14 agosto.

Pensato sul trenino che i campi che vedevo fuggire, le cortine d’alberi, le case, i cantucci, i ricordi di altri tempi, tutto avrebbe servito a far ricordo, a far passato. Per quanto l’ora fosse banale, e in fondo annoiasse, ritrovarla un giorno non sarebbe piú stato banale.

17 agosto.

Succede che un discorso overheard sofferma e interessa e tocca a fondo piú delle parole rivolte a noi.

20 agosto.

Si dice che scrivere creando è tendere oltre ogni schema; ricerca, auscultazione della verità profonda che è in noi. Ma sovente la verità piú profonda che abbiamo è lo schema che ci siamo creato con la lenta accanita fatica e l’abbandono.

22 agosto. (a Pavone)

Le cose le ho viste per la prima volta un tempo — un tempo che è irrevocabilmente passato. Se il vederle per la prima volta bastava a contentare (stupore, estasi fantastica), ora richiedono un altro significato. Quale?