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246 1943

volto a un segno, che non può evidentemente ancora esser di nostra creazione.

Ecco perché i nostri paesaggi sono limitati (10 febbraio ’42). È difficile aggiungerne a quelli che segni fortuiti ci rivelarono nell’infanzia, quando si formarono i nostri stampi immaginativi.

Non capisci questo rovello che tanti sentono, di uscire dalla mentalità borghese. Trattandosi di poesia, ti senti già proletarizzato quanto basta: figure e gesti ti si avvistano con tratti elementari al di qua della cultura.

5 ottobre.

Il secolo scorso condusse a termine il tradimento del dialetto scoprendolo e assegnandogli un posto accanto alla lingua letteraria. Cosí il dialetto finí di perdere quella sua all-pervaditigness sottesa a tutti gli sforzi letterari in lingua, che già nei secoli del rigore accademico (’600 e 700) s’era andata disseccando. La grande poesia era cresciuta su un terreno di lingua e dialetto indifferenziati, il volgare. (Per questo, essa scoppia sempre alle origini, quando non si sa di fare letteratura — cfr. Leopardi, Zibaldone — , quando cioè si adopera un dialetto). Il nerbo dialettale vige quando si ricerca sí la «retorica dignità», ma questa non si contrappone al parlar materno. Si potrebbe addirittura arrischiare che Italia e Inghilterra hanno avuto grandi poeti perché vi si tentò poesia prima ancora di definire la lingua, e la Francia no perché, per molte circostanze, gli ambiziosi poeti si provarono dopo che si seppe che cos’era lingua (’600). Ecco un motivo della forza degli americani ora e dei russi nell’800. I primi hanno la fortuna di una lingua rifermentata e rifiorita in una nuova società, un dialetto; i secondi ignorarono, per loro ragioni di coscienza, che cosa fosse lingua letteraria e tirarono piú popolarmente.

Come in tutte le cose della poesia, è anche qui questione d’un certo equilibrio. Non certo che le grandi epoche scrivano in dialetto. Esse adoperano un volgare rialzandolo con ogni sorta di accorgimenti retorici, di formule poetiche: in esse il passaggio dal dialetto alla lingua avviene direttamente in nome della poesia, che