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250 1943


L’Edoardo II non è tanto un chronicle play quanto il delicato dramma di un brain-aired King, wanton e frolicky, e nella sventura triste. I Lords non hanno nessuna grandezza epica; le battaglie non ci sono. Strana cosa.

12 ottobre.

Forza creatrice del sogno. Una radio e una donna, o una donna nuda che faceva da radio, o tira via; il giovane G. la chiamò Radiopéliga. Riso e goduto subito l’espressione. Sentito la forza del g e non c, dello sdrucciolo, dell’immagine del pelo. La parola parsa subito magnifica per conno. Il mistero è donde venisse questa convinzione che via via che il sogno si alleggeriva sfumava, tanto che facevo sempre piú fatica a ritrovare la parola e ci riuscivo soltanto pensando a pellex-pellicis.

Non è strana quest’analisi filologica fatta dormendo; è strana la convinzione di una gran forza espressiva in questa parola mai sentita. Che nel mondo dei sogni sia implicito un lessico d’invenzione tipo Finnegan?

Gli uccelli che fuggono infilando a volo i corridoi tra il verde — li conoscono benissimo.

Che raccontando non si devano descrivere i bei paesaggi risulta dal 4 ottobre dove è detto che i paesaggi goduti sono visti come segno. Il personaggio solito (che non è un costruttore di segni) non potrà quindi goderli, finché almeno racconterai filtrando l’ambiente attraverso il personaggio, che è l’unico modo non pacchiano di raccontare. Sempre però che non si tratti di segni della sua infanzia, del suo mito, di quella vita interiore insomma che anche lui può e deve sentire (17 settembre ’42, II).

Ma anche qui bisogna presentare senza descrivere: es. la bella del personaggio che, pur essendo un suo mito, non va descritta come bella ma presentata.