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1944 261

ch’essi sono uomini. Per lo meno quanto gli analfabeti o quelli che non scrivono.

3 marzo.

L’ho saputo il 1° marzo1. Esistono gli altri per noi? Vorrei che non fosse vero, per non star male. Vivo come in una nebbia, pensandoci sempre ma vagamente. Finisce che si prende l’abitudine a questo stato, in cui si rimanda sempre il dolore vero a domani, e cosí si dimentica e non si è sofferto.

8 marzo.

L’attesa reclusa davanti a colline.

Torna già la seconda volta.

17 marzo.

Nella Maid’ s Tragedy manca semplicemente l’immagine nel modo piú desolante. Pare impossibile che di qui (1609) cominciasse un nuovo stile. Il senso del wit si è perduto. Il calore fastoso e fantasioso dell’immagine shakespeariana e websteriana è disceso a uno smorto linguaggio letterario, dove la commozione è colpo di scena o bel sentimento. Scompare anche la psicologia. Resta — specie nei primi atti — un senso di sesso duro e ossessivo (comico e tragico) che sa di moderno, di contemporaneo. Evadne è viva fin che rappresenta duramente il sesso ambizioso; poi, redenta, scade. Ma la lingua è morta. Ben Jonson almeno sapeva parlare in dialetto.

22 marzo.

Philaster (1608) è tutt’altro. Nel comico e nel tragico il linguaggio è ricco, mosso, pregnante, shakespeariano. Ne viene una

  1. Il 5 febbraio 1944 era morto Leone Ginzburg [N. d. E.].