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Pagina:Pavese - Il mestiere di vivere.pdf/278

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274 1944


27 agosto.

Il grande compito della vita è giustificarsi.

Giustificarsi è celebrare un rito. Sempre.

29 agosto.

Soltanto l’unicità giustifica, il valore assoluto che ci pone sopra tutte le contingenze (Del mito del simbolo ecc.).

1° settembre.

La natura impassibile è forse semplicemente un complesso di riti da noi superati, la piú antica delle superstizioni con cui l’universo tentò di giustificarsi. Essa fu tale per l’istinto, che si fondò sulle sue leggi e ne trasse ragione di vita. Poi, con l’avvento dello spirito la natura divenne arbitrio, volontà divina, e i riti vi s’informarono. Ora è tornata legge, meccanismo — ecco perché l’istinto riemerge e il vero rito dei tempi razionalistici è l’arte (= il rituale dell’inconscio istintivo).

Dal 23 agosto risulta che fuori della coscienza morale non c’è criterio di certezza ma superstizione. La verità dell’universo si modella sul nostro senso morale. Religione è incontro di verità e di giustizia. Ogni crisi si può ridurre allo squilibrio tra queste due esigenze.

2 settembre.

Superstiziosa è ogni spiegazione dell’universo che crede di conciliare verità e giustizia e non ci riesce piú. Fuori dalla religione non c’è che la sospensione del giudizio — per quanto è possibile.