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300 1946


24 maggio.

Non puoi soffrire un improvviso mutamento irrazionale nella tua giornata. Un altro a pranzo, un viaggio insolito, ecc. Non somiglia alla tua mania — scoperto un genere — di fartene uno schema doveroso (Mari del Sud, Le streghe ecc.)?

31 maggio.

Visto molte cose giungendo in Piemonte da Roma. Le piante delle campagne e la loro collocazione (ontani, querce, orni, salici, viti e grandi file, a quinta teatrale, nelle pianure) sono quelle di Virgilio e di altre letture classiche della mia adolescenza. Visto che piú che l’albero in Piemonte c’è il verde, il mare vegetale. Strano perché gli alberi dei classici erano certo quelli di Roma e io invece li ho visti piemontesi, e li ritrovo qui soltanto. Sarà perché leggevo in Piemonte.

Colto le lunghe alte vie cittadine nella loro astrattezza. Sentito, stamattina, il perenne vapore di nebbiólina, che sfuma tutto. Niente della secchezza, del colore netto di Roma.

3 giugno.

Il fascino del viaggiare è lo sfiorare innumerevoli scene ricche e sapere che ognuna potrebbe esser nostra e passar oltre, da gran signore.

18 giugno.

È ridicolo cercare l’altruismo in una passione che è tutta fatta di orgoglio e di voluttà.

19 giugno.

Io comincio a far poesie quando la partita è perduta.

Non si è mai visto che una poesia abbia cambiato le cose.