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1946 | 305 |
29 settembre.
il realismo, in arte, è greco
l’allegorismo è ebraico.
(a Torino)
5 ottobre.
Che la guerra risani il mondo rinnovandolo può darsi sia vero. Ciò nascerebbe dal fatto che in tempo di guerra si rimpara a vivere auspicando al domani, alla fine del presente, e non si sta attaccati al tempo come avari. Si vive cioè come i giovani. Che è l’efficacia in genere di qualunque dolore.
I filari di una vigna folta sono schierati — verdi o rossicci o gialli — come le onde di un mare, e contengono a gorghi la ricchezza di un mare. Frescura, stupore, tesori celati.
26 ottobre.
Do dentro al romanzo. La Piv. si è sposata stamattina. Sono raffreddato. Bene.
27 ottobre.
Quel che accade una volta, accade sempre. Salvo interventi esterni. Ma allora sarà un fatto negativo.
(Un tale si comporterà sempre in un modo.
Diverrà paralitico e non potrà piú.
Non farà in un altro modo, farà niente).
Ormai so che queste note di diario non contano per la loro scoperta esplicita, ma per lo spiraglio che aprono sul modo che inconsciamente ho di essere. Quel che dico non è vero, ma tradisce — per il fatto solo che lo dico — il mio essere.