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1947 313


Ecco perché Moby Dick è una scoperta del nostro tempo. Non è personaggi, è puro ritmo.

Narrerà ora non chi «conosce la natura umana» e ha fatto scoperta di psicologie significative e profonde, ma chi possiede blocchi di realtà, esperienze angolari che gli ritmano e cadenzano e ricamano il discorso. Hemingway ha la morte violenta, Levi il confino, Conrad la perplessità dei mari del Sud, Joyce lo stereoscopio delle parole-sensazione, Proust l’inafferrabilità degli istanti, Kafka la cifra dell’assurdo, Mann il ripetersi mitico dei fatti, ecc.

Chiedo scusa per averci messo Levi.

28 marzo.

Ecco conferma del 17 marzo. Ho ricchi spunti sentimentali per i dialoghetti ma sono bloccato perché mi manca una forma soddisfacente di accostamento — un nuovo paio di interlocutori che non siano il solito cliché.

2 aprile.

Gli dèi sanno-vedono magico-razionalmente e con distacco. Gli uomini fanno, non magicamente, con dolore. Dànno i nomi, cioè risolvono in creazione.

5 aprile.

Nel periodo clandestino tutto era speranza; ora tutto è prospettiva di disastro.

12 aprile.

Aver l’impressione che ogni cosa buona che ti tocca sia un felice errore, una sorte, un favore immeritato, non nasce da buon