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1947 321

in ogni incontro porta la sua costanza, indole, persona, essenza ecc. ed è questa a scegliere gli incontri, a foggiarli sempre all’uguale. Per quanto entra l’io umano negli incontri essi sono liberi.

7 novembre.

Pubblicati Compagno e Leucò.

Lavori del ’46 — dei 38 anni. Hai voglia di scrivere piú che mai. Meno male.

Questo amore tranquillo, senza problema, è il piú grosso dei tuoi problemi. Ti entra nel sangue piú degli altri. È quello vero? Chi sa.

8 novembre.

Rispondo che l’assoluto e fiducioso abbandono di sé all’umiltà, alla grazia, a Dio, ha il difetto di essere un gesto presuntuoso, una superbia, una speranza ingiustificata. Una comoda ipotesi.

Mi si risponde. Ogni uomo è cosí. Cade in strada e tende la mano. Si sente morire e si affida a chiunque. La vera esperienza costringe alla totale abdicazione e alla speranza. Quando siamo perduti, speriamo.

Rispondo che non è ancora un motivo perché la cosa sperata sia reale, esistente.

Mi si risponde di accettare il mio gesto istintivo. Non posso sbagliarmi. Non esiste piú il problema di sbagliarsi, perché in quel modo tutto mi è dato, anche la fede.

Rispondo che allora...

Mi si risponde...

Rispondo...