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1948 333


27 maggio.

Chi descrive la campagna, le cose, colori e forme, finezze e sensazioni, non si vede perché non descriva allo stesso modo anche corpi di donna — colore, sodezza, peluzzi, incavature, sesso. È lo stesso atteggiamento.

15 giugno.

«Un pagano di prima di Cristo si può salvare, purché segua il bene naturale».

Allora a che serve la rivelazione di Cristo?

a) Se chi la ode e pratica ottiene piú merito di chi non la ode — allora è un’ingiustizia.

b) Se chi non la ode ma pratica il bene naturale ottiene lo stesso merito — allora è inutile.

26 giugno.

Quanto piú una persona è insofferente di catene e bisognosa di libertà, tanto piú è abitudinaria. L’inafferrabilità è gretta.

Il ricordo di un vertice toccato in passato — il prato di margherite, che era tutta la natura per la tua infanzia — ti commuove oggi cosí a fondo perché riesce simbolo di una grande esperienza, di tutta quella somma infinita di possibili esperienze che s’annunciava nel vertice di allora. Tu godi adesso, ricordandolo, un simbolo di tutte le possibili esperienze, respiri l’atmosfera di vertice, e ciò fai agevolmente, data la comprensibilità e disponibilità di questo piccolo ricordo. Simbolo significa questo. Oggettivarsi davanti come in un canocchiale rovesciato un vasto paesaggio; disporne come di cosa tutta posseduta e implicitamente allusiva di infinite possibilità.

Ciò vale per le creazioni fantastiche arcaiche, che sono semplici, umili, infinitamente meno complesse della vita che viviamo ora, eppure rapiscono come genuina esperienza di vertice.