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il nuovo tema, passi trasognato i giorni e le cose. Quando avrai ricominciato a scrivere, penserai soltanto a scrivere. Insomma, quand’è che vivi? che tocchi il fondo? Sei sempre distratto dal tuo lavoro. Giungerai alla morte senza accorgertene.

Ecco perché l’infanzia e la giovinezza sono il vivaio perenne: allora non avevi un lavoro e vedevi la vita disinteressato.

Efficacia dell’amore, del dolore, delle peripezie: si smette il lavoro, si ritorna adolescenti, si scopre la vita.

Perché lo scrittore non deve vivere del suo lavoro di scrittore? Perché allora dovrebbe fornire la data merce. Non è piú libero davanti a sé. In qualunque momento lo scrittore deve poter dire: no, questo non lo scrivo. Cioè, avere un altro mestiere.

Cosa c’è di piú rischioso che mantenere una famiglia coi propri romanzi, o in genere con la penna?

8 febbraio.

(S. Stefano Belbo)


Perché la gloria venga gradita devono resuscitare morti, ringiovanire vecchi, tornare lontani. Noi l’abbiamo sognata in un piccolo ambiente, tra facce familiari che per noi erano il mondo e vorremmo vedere, ora che siamo cresciuti, il riflesso delle nostre imprese e parole in quell’ambiente, su quelle facce. Sono sparite, sono disperse, sono morte. Non torneranno mai piú. E allora cerchiamo intorno disperati, cerchiamo di rifare l’ambiente, il piccolo mondo che c’ignorava ma voleva bene e doveva essere stupefatto di noi. Ma non c’è piú.

13 febbraio.

Strano momento in cui (tredici o dodici anni) ti staccavi dal paese, intravedevi il mondo, partivi sulle fantasie (avventure, città, nomi, ritmi enfatici, ignoto) e non sapevi che cominciava un lungo viaggio che, attraverso città avventure nomi rapimenti mondi