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dire queste cose. Quali siano queste cose ora non so. Ma verrebbero come un torrente quando fossi con lei. È uno stato di creazione. Oh dio, fammela ritrovare.

23 marzo.

L’amore è veramente la grande affermazione. Si vuole essere, si vuole contare, si vuole — se morire si deve — morire con valore, con clamore, restare insomma. Eppure sempre gli è allacciata la volontà di morire, di sparirci: forse perché esso è tanto prepotentemente vita che, sparendo in lui, la vita sarebbe affermata anche di piú?

25 marzo.

Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla.

26 (mattino).

Prima di partire per Milano:

Nulla. Sempre nulla. Come avvezzarmi? Ormai per la strada, da solo, parlo benissimo inglese.

27 (sera).

Niente. Ho un carbone in corpo, brace sotto la cenere. Oh C. perché perché?

28 marzo.

Bene. Aveva scritto. Le ho parlato, lontano. Non mi vuole subito. Ebbene, questo è bello. Lavora.