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1936 47


Perché le donne in genere hanno migliori maniere che gli uomini? Perché debbono attendere tutto dal loro effetto formale, mentre gli uomini agiscono o pensano. Bisogna diventar piú donna.

13 ottobre.

Balzac ha scoperto la grande città come covata di mistero e il senso che ha sempre sveglio è la curiosità. È la sua Musa. Non è mai né comico né tragico, è curioso. S’inoltra in un intrico di cose sempre con l’aria di chi fiuta e promette un mistero e va smontando tutta la macchina a pezzo a pezzo con un gusto acre e vivace e trionfale. Guardare come si accosta ai nuovi personaggi: li squadra da tutte le parti come rarità, li descrive, scolpisce, definisce, commenta, ne fa trasparire tutta la singolarità e assicura meraviglie. Le sue sentenze, osservazioni, tirate, motti non sono verità psicologiche, ma sospetti e trucchi da giudice istruttore, pugni sul mistero che perdio si deve chiarire. Per questo, quando la ricerca, la caccia al mistero si placa e — all’inizio del libro o nel corso (mai alla fine, perché ormai col mistero tutto è svelato) — Balzac disserta del suo complesso misterioso con un entusiasmo sociologico, psicologico e lirico, egli è ammirevole. Vedere l’inizio di Ferragus o l’inizio della seconda parte di Splendeurs et misères des courtisanes. È sublime. È Baudelaire che si annuncia.

28 dicembre.

Si potrebbe vedere il reale dal disotto recluso, dove non resti che il meditabondo sprofondarsi e allargarsi nell’acqua. La compagnia non sarebbe che l’irriducibile resto della società, paragonabile alla casacca e all’abitudine dei sensi — vedere un muro, sentire una voce, respirare il cielo. Il sostrato della vita di chiunque fatto presente, e penetrato con fermezza, stante che chiunque può capitare in quel posto e qualcuno c’è sempre, anche se sia un altro; e la vita non consiste che in adornare variamente questo eterno reale. Lo sforzo sarebbe di raggiungere subito l’adattamento senza sbavatura residua.