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tutto, giganteggiano le piccole cose che ancora ci restano. È un modo, insomma, di estrarre il sugo dalle minime cose solitamente trascurate.

E poi c’è questo: per gli altri il valore delle cose che essi stessi ci negano, è segnato in gran parte dalla nostra avidità di possederle. Che noi guardiamo da un’altra parte, e subito i proprietari delle cose se le vedranno invilire tra le mani, e ce le tireranno dietro.

Questo per la sapienza mondana. Ma siccome la sentenza vuole avere un riferimento mistico, ne consegue molto male per il misticismo. Che anche Dio faccia il valore delle sue creazioni secondo che noi le desideriamo o meno? Un Dio col complesso d’inferiorità: chi l’avrebbe mai detto?

21 novembre.

Se è vero che ci si abitua al dolore, come mai con l’andar degli anni si soffre sempre di piú?

No, non sono pazzi questa gente che si diverte, che gode, che viaggia, che fotte, che combatte — non sono pazzi, tanto è vero che vorremmo farlo anche noi.

Se in tutte le cose il martellamento trionfa, perché non anche in questa?

Pensare che quel corpo ha pure un pensiero, un risveglio, un riposo, un languore, una quotidiana durata, e s’io fossi quell’uomo, avrei davvero tutto questo, nella stanza vicina o sotto gli occhi. La giornata finirebbe in lei: questo, questo ho perduto. E non c’è forza umana che possa ridarmelo. E tutto questo è stato buttato senza amore. E non è un delitto, non è un peccato, non è nemmeno una scorrettezza: è una cosetta che si fa; che non rimorde, come schiacciare un moscerino.

Allegri, c’è una legge morale.