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la tremenda ironia della vita è che in qualunque momento possiamo essere sciocchi. Tutti temono ciò: si preferisce essere carogne che imbecilli. Vecchia canzone. La ragione è che ogni imbecille è anche carogna e non viceversa. È concepibile una saggia carogna. Esiste invece un imbecille buono? Nell’attimo forse, ma l’annata, la vita dell’imbecille conta sempre delle carognate, perché l’insipienza porta in situazioni da cui non s’esce che violando le regole del gioco sociale.

Conosco uno sciocco che ha rifiutato d’imparare in giovinezza le regole del gioco, perduto dietro chimere, e ora le chimere sfumano e il gioco lo stritola.

Problema: la donna è il premio del forte o l’appoggio del debole, secondo ch’essi vogliono?

Ironia della vita: la donna si dà come premio al debole e come appoggio al forte. E nessuno ha mai il fatto suo.

29 novembre.

Non dovrà sorprendermi, in qualche mattina di nebbia e di sole, il pensiero che quanto ho avuto è stato un dono, un grande dono? Che dal nulla dei miei padri, da quell’ostile nulla, sono pure sgorgato e cresciuto io solo, con tutte le mie viltà e le mie glorie e, a fatica e durezza, scampando a ogni sorta di rischi, sono giunto a quest’oggi, robusto e concreto, incontrando lei sola, altro miracolo del nulla e del caso? E che quanto ho goduto e sofferto con lei, non è stato che un dono, un gran dono?

30 novembre.

Ogni critico è propriamente una donna nell’età critica, astioso e refoulé.