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1937 63


2 dicembre.

Oggi hai parlato troppo.

4 dicembre.

Hanno senso umoristico quelli che hanno senso pratico. Chi trascura la vita rapito in una sua ingenua contemplazione (e tutte le contemplazioni sono ingenue), non vede le cose staccate da sé, dotate di libero e complesso e contrastante movimento, ciò che forma l’essenza della loro comicità. Il proprio della contemplazione è invece di fermarsi al sentimento diffuso e vivace che sorge in noi al contatto con le cose. Qua è la scusa dei contemplativi: essi vivono a contatto delle cose, e necessariamente non sentono la loro singolarità e proprietà, ma solo appunto le sentono. I pratici — paradosso — vivono staccati dalle cose, non le sentono, ma le comprendono nel loro meccanismo. E ride di una cosa solo chi ne sia staccato. Qui è implicita una tragedia: ci si impratichisce di una cosa, staccandosene e cioè perdendovi interesse. Di qua, la corsa affannosa.

Naturalmente, di solito nessuno è contemplativo o pratico in modo totale, ma siccome tutto non si può vivere, resta anche ai piú navigati sentimento di qualcosa.

Hai affidato la tua vita a un capello: non dibatterti, altrimenti lo strappi.

[.....]1.

L’ingenuità ha una sua scaltrezza ch’è fatta proprio della sua insouciance. «Sei tanto stupido, che nessuno ti resiste».

Sotto una varietà di curiosi accorgimenti, una all-pervading sciocchezza è la miglior politica.

  1. Omesse tre righe [N. d. E.].