Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/235

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pelle attraverso la camicia. Si sedettero sul sofà, e Ginia senza parlare piangeva.

Piangendo pensava «Se piangesse anche Guido» e si sentiva in cuore una fitta scottante fonderle tutto il corpo, e le pareva di svenire. Ma subito le mancò l’appoggio; capí che Guido si alzava e aprí gli occhi. Vide Guido in piedi, che la fissava curioso. Smise allora di piangere perché le pareva di piangere in pubblico. Sotto quello sguardo Ginia che ci vedeva appena, si sentí un’altra volta le lacrime agli occhi. — Ehilà, — disse Guido come se scherzasse, — si viene al mondo per cosí poco, non c’è bisogno di piangere.

— Piangevo perché sono contenta, — disse Ginia piano.

— Cosí va bene, — disse Guido, — ma un’altra volta dillo subito.

Cosí quella mezz’ora che Ginia avrebbe voluto chiedergli tante cose, di Amelia, di lui, dei suoi quadri, e che cosa faceva di sera e se le voleva bene, passò che Ginia non ebbe coraggio e ottenne soltanto che andassero dietro la tenda perché alla luce le pareva che tutti guardassero. Qui, mentre si baciavano, Ginia gli disse piano che ieri le aveva fatto un male da gridare, e Guido allora divenne piú buono e le fece coraggio e molte carezze, e le diceva all’orecchio: — Vedrai che passa, vedrai. Ti faccio male? — Poi, mentre stavano distesi in quel po’ di tepore, scaldandosi, le spiegò molte cose e le disse che di una ragazza come lei aveva riguardo e che stesse sicura. Ginia allora gli prese la mano nel buio e gliela baciò.

Adesso che sapeva che Guido era cosí buono, divenne piú coraggiosa e, con la testa poggiata sulla sua spalla, gli disse che voleva sempre vederlo da solo perché con lui stava bene ma non con gli altri. — Alla sera ci viene Rodrigues a dormire, — disse Guido, — non vorrai che lo metta sui tetti. Qui si lavora, sai? — Ma Ginia gli disse che lei s’accontentava di un’ora, di un momento, che anche lei lavorava, e avrebbe fatto una scappata ogni sera a quell’ora, ma voleva trovarlo solo. — Quando sarai borghese, verrà ancora Rodrigues? — gli chiese. — Mi piacerebbe tanto vederti dipingere, ma che non ci fosse nessuno — . Poi gli disse che avrebbe posato per lui, solamente a quel patto. Stavano distesi al buio, e Ginia non s’accorgeva che veniva notte. Quella sera Severino gli toccò andare a lavorare a stomaco freddo, ma non era la prima volta e non s’era mai lamentato. Ginia uscí dallo studio soltanto quando arrivò Rodrigues.

Quegli ultimi giorni prima del congedo. Guido passava le sere


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