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mi vuoi bene? — La raggiunse attraverso il letto e le prese una mano.

Elena divincolò le dita, serrandogliele convulsa. — Volevi aprire, — mormorò, — volevi aprire. Tu mi vuoi male — . Stefano le prese il braccio e la fece piegare sul letto. Si baciarono.

Quella volta non ebbero quasi da rivestirsi. Vennero allacciati dietro la porta e Stefano le parlava all’orecchio. — Tornerai, Elena, tornerai? Dobbiamo fare cosí: vieni soltanto se passo in negozio a salutare... Anzi, Elena, vieni al mattino presto, quando nessuno si muove ancora. Cosí siamo sicuri. Non ti vede nessuno. Se qualcuno venisse, ma non viene, possiamo fingere che mi facevi la stanza... Va bene? Vieni un momento quando sono ancora a letto e scappi subito. Piace anche a te venire, no?

Certo Elena sorrideva. A un tratto Stefano si sentí nell’orecchio quella voce un po’ goffa ma calda: — Sarai contento se vengo soltanto un momento? Non ti piacerebbe passare una notte intiera con me?

— Sono selvatico, lo sai, — disse subito Stefano, — c’è il suo bello anche a fare cosí. Non venire di notte. Ti voglio bene cosí.

Poco dopo, solo nell’ombra, passeggiando e fumando, Stefano pensò all’indomani e alla voce scherzosa di Giannino. Dei minuti goduti con Elena gli restava una stanchezza obliosa, sazia, quasi un ristagno del sangue, quasi che tutto, nel buio, fosse accaduto in sogno. Ma sentiva il rancore di averla pregata, di averle parlato, di averle scoperto, sia pure per finta, qualcosa di sincero, di tenero. Si sentí vile e sorrise. «Sono un tipo selvatico». Ma bisognava dirle, e fosse pure ingenuo, che ogni loro contatto finiva con quella stanchezza, con quella sazietà. «Che non si creda di farmi da mamma».

Pensava alla voce di Giannino, che sarebbe venuto a chiamarlo prima dell’alba. Era vero, di Concia? Pensò se invece d’Elena, avesse avuto Concia nella stanza. Ma il suo sangue attutito non ebbe sussulti. «Sarebbe lo stesso, nemmeno lei non è selvatica, vorrebbe che l’amassi: e allora dovrei stare in guardia anche da Giannino».

Chi poteva sapere quanto sotto la sua gentilezza Giannino fosse feroce? Non era di quella terra? Stefano preferiva abbandonarsi, e sapere che l’indomani lo avrebbe veduto, gli avrebbe parlato, sarebbero andati insieme chi sa dove.

Invece l’indomani, nella camminata antelucana lungo il mare,


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