Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/400

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letto, avrei disceso quella scala e camminato, traversato Torino e dormito da solo, mi diede un urto come un sorso di liquore. Non m’importò piú di nient’altro e dissi adagio: — Hai ragione anche tu — . Linda mi prese le mani contenta.

Stemmo insieme la notte. L’indomani era inteso che viaggiavo con Milo, e sapere che Linda mi avrebbe aspettato era piú bello che dormire con lei. Era questa la vita di Amelio. Traversando la piazza nel buio, fui felice.

Qualche volta, quelle sere, vedemmo Carletto. Noi si cenava al Mascherino come prima e senz’esserci data parola uscivamo sul presto per non fare le notti di un tempo. Ma Carletto non era un ingombro; se la rideva qualche volta a vederci arrivare, e si alzava e scostava la sedia per Linda. Veniva sempre al Paradiso a cercare Lilí.

Una sera ci disse: — Domani ritorna la torre Littoria.

Io non sapevo che Lubrani fosse fuori. Vidi Linda arrossire e piantargli gli occhiacci. «Ecco, — dissi, — arrossisce». Non l’avevo mai vista arrossire.

D’improvviso capii che Lubrani era fuori da quel giorno che Linda mi aveva ripreso.

Linda gli disse: — Cosa credi di aver detto?

E Carletto: — Qualcuno ha finito di star bene.

Vidi Lilí toccargli il braccio e dirgli: — Smettila.

Lui divenne cattivo. Ce l’aveva proprio con Linda. — Mi fa rabbia che tratti cosí, — disse brutto. — Mi fa rabbia che trovi qualcuno che ti crede ancora. Sai benissimo quel che sei ma non parli. Siete tutte le stesse, anche questa, anche tu. Voi la carriera non la fate in palcoscenico.

Mentre Lilí si disperava, Linda non disse una parola. Lo guardava parlare calma calma, ridendo. Poi gli prese il bicchiere e, fissandolo sempre, sorseggiò un po’ di vino. Glielo rese. Carletto le fece un inchino. Scoppiarono a ridere.

Io di quel fatto non parlai con Linda. Quando tornammo verso casa, andava zitta, preoccupata. Finí che disse: — Quell’idiota. — Forse Lilí l’ha maltrattato, — dissi appena.

Ci fermammo al portone. — Cosí domani torna lui? — le chiesi.

Lei mi guardava sotto sotto e disse: — Mah.

— Ci vediamo la sera?

— Sicuro.


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