Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/405

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fuori sul serio. Io per fargli coraggio gli dissi che andassimo a cantare insieme. — Nei cortili alla peggio ci buttano l’acqua in testa. — Io per me ce la faccio, — disse lui, — non credere — . Allora andammo con chitarra e canzonetta nei cortili fuori mano. Io lo feci cosí per provare; mi rendeva di piú una condotta con Milo, ma volevo aiutare Carletto. E poi, ridurmi a questo punto mi sfogava. C’era un piacere di sentirsi a terra, di esser come schiacciato e non cedere. Girammo tutta una mattina. Dopo un poco lasciammo i cortili e cantammo per strada. Per me era niente, ma Carletto venne rauco. Lo accompagnavo solamente, e stavo attento ai portinai. Ma a raccogliere i soldi che le serve buttavano non ero capace. Mi sembrava di andare per cicche. Mi stupí quanti soldi piovevano. Dissi a Carletto: — Sono tuoi, devi raccoglierli — . Tutto insieme, non fece due lire.

Lasciavo Milo e mi trovavo con Carletto. Stando con lui sentivo meno la giornata. Non parlavo di Linda. Mi bastava sapere che lui lo sapeva. Ero ancora intontito. Mi sentivo un affanno nel sangue, non potevo guardare una donna. Quelle mattine fresche fresche, quelle sere da prato — chi sa com’era il mare adesso. Certe volte pensavo che Linda potendo mi avrebbe ripreso e mi veniva compassione anche per lei. Quante volte l’avevo piantata e ripresa. Forse era lei che ci soffriva piú degli altri, e scherzava cosí perché tanto sapeva. Forse quello che adesso capivo, anche Amelio l’aveva capito. E allora tutto era deciso da quel giorno ch’era venuta nel negozio a dirmi Pablo. E di nuovo sentivo graffiarmi nel sangue, perché di me s’era servita per giocare.

— Tu Carletto, — gli dissi, — ti è mai successo che una cosa era decisa da qualcuno prima ancora che tu la facessi?

Parlammo un pezzo, e lui diceva che è cosí per tutti quanti. Che c’è sempre qualcuno che si mette di mezzo, e si vorrebbe dir la nostra e non si può.

— Ma il bello invece è dir la nostra.

— Si capisce, — mi disse. — Ma troppa gente ha un interesse a comandarti.

— Non è questo che dico. Voglio dire le cose che si fanno per capriccio. Il bicchiere che bevi, la cicca che fumi, le ragazze che trovi.

— Troppa gente ha interesse. Quello che bevi e che fumi lo dice il padrone.


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