Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/48

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Elena agitò la mano, evasiva, come in risposta, e Stefano se ne andò.

Le giornate erano ancora tanto lunghe che bastava fermarsi un momento a guardarsi dattorno, per sentirsi isolati come fuori del tempo. Stefano aveva scoperto che il cielo marino si faceva piú fresco e come vitreo, quasi ringiovanisse. A posare il piede nudo sulla sabbia, pareva di posarlo sull’erba. Ciò avvenne dopo un groppo di temporali notturni, che gli allagarono la stanza. Ritornò il sereno, ma a mezza mattina — ora andava piú presto alla spiaggia perché molti dei piú assidui all’osteria lo annoiavano, e Giannino e qualche altro passavano soltanto a mezzodí — l’incendio, la lucida desolazione della canicola, erano ormai cosa lontana. Certe mattine Stefano s’accorgeva che grosse barche da pesca, a secco sulla sabbia e avvolte di tela, erano state spinte in mare nella notte; e non di rado i pescatori, che non aveva mai visto prima, si lasciavano sorprendere a smagliare reti ancor umide.

In quell’ora piú fresca veniva sovente Pierino, la guardia di finanza. A vedergli le membra muscolose poco piú che ventenni, Stefano pensava con invidia al nero sangue che doveva nutrirle e si chiedeva se quel torello toscano non avesse una donna anche lui. La parlantina non gli mancava. Quello era sí un corpo fatto per Concia. Fu in questi pensieri che un giorno rifletté che Giannino non aveva mai fatto il bagno in mare con loro. Perfino Gaetano era venuto, biondo e carnoso; Giannino mai. Doveva esser ispido e magro, si disse Stefano, contorto e nodoso, come piacciono alle donne. Forse le donne non guardavano ai muscoli.

Discorrendo con Pierino sullo scoglio, Stefano scherzava. — Siete anche voi sedentario, — gli disse un mattino con intenzione. Ma quello non ricordò.

— Ne avremo per poco, di villeggiatura, — riprese, mostrando col mento una lanugine biancastra nel cielo del poggio. — Mi hanno detto che l’inverno è da lupi, qui.

— Macché, a gennaio ho già fatto i bagni.

— Voi avete altro sangue, — disse Stefano.

— E voi, avete la terzana?

— Non ancora, ma la prenderò queste notti.

— Guardate che paese! — disse Pierino con viso di scherno, allargando le braccia verso la riva.

Stefano sorrise. — A conoscerlo bene, è un paese come gli altri.


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