Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/74

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Stefano si chiese con un mezzo sorriso che cosa c’era dunque di tanto essenziale in un cielo, in un viso umano, in una strada che si perde tra gli ulivi, da sbattere con tanto desiderio contro le sbarre il sangue di chi è carcerato. «Faccio forse una vita gran che diversa?» si disse con una smorfia; ma sapendo di mentire, serrò le mascelle e fiutò l’aria vuota.

Quel giorno, mentre mangiava al tavolino dell’osteria, s’accorse di non ricordare quando aveva veduto Giannino per l’ultima volta. Forse ieri per strada? o all’osteria? o il giorno innanzi? Non trovò. Voleva saperlo perché presentiva che Giannino non sarebbe piú vissuto con lui che come un ricordo; provvisorio e patetico come tutti i ricordi, come quello della domenica remota in cui forse era un altro. Ora sarebbe stato solo veramente, e quasi gli piacque, e lo riprese l’amarezza della spiaggia.

La vecchia ostessa che gli portava un piatto, gli disse che aveva della frutta, delle arance, le prime che si vedevano. Stefano dopo la minestra prese un’arancia, due arance, e le mangiò con un pezzo di pane, perché rompere il pane e masticarlo, guardando nel vuoto, gli ricordava il carcere e l’umiltà solitaria della cella. Forse Giannino mangiava un’arancia in quel momento. Forse era ancora di questo mondo e a tavola col maresciallo.

Nel pomeriggio Stefano andò alla caserma per chiedere di vedere Giannino, sperando che non gli fosse concesso. In questo sapeva di trattare Giannino come un altro se stesso: Giannino non era ancora cosí vecchio carcerato da aver bisogno di conforto e per Stefano l’orgoglio di esser solo non voleva lenimenti. Ci andò tuttavia perché c’era andato Pierino.

Non si fermò davanti alle finestre accecate, perché non sapeva quale fosse di Giannino. Gli venne ad aprire il maresciallo.

Questa volta sorrise apatico.

— L’ho messo in macchina mezz’ora fa, — disse bonario. — Questa non era prigione per lui.

— Già tradotto?

— Appunto.

Stefano abbassò gli occhi. Poi disse: — Brutto affare?

Il maresciallo fece gli occhi piccini. — Per voi era una compagnia sana. Ma tanto meglio. Non avrete che a star ritirato.

Stefano fece per andarsene e il maresciallo lo guardava. Allora disse: — Mi dispiace.


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