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La Colonia agricola di Giovanni Stella e la sua storia 11


Primi di tutti, i missionari. Se è vero che la diffusione delle varie religioni ha giovato alla scienza geografica1 e che gli apostoli della fede sono stati quasi sempre strumenti della conoscenza fisica del mondo, per l’Italia i missionari che si riversarono in Abissinia, sulle coste del mar Rosso, nel bacino del Nilo, furono oltre a tutto la forza d’attrazione e la base della futura politica africana. Dal Massaia che a Cavour scriveva le prime lettere d’invito a stringere coll’Etiopia accordi commerciali, dal Sapeto che stipulò il trattato di compera per Assab, dal padre D’Avanchères che confortò la prigionia di Chiarini e di Cecchi, fino a quel padre Giustino la cui fine fu uno dei pretesti all’Italia per far la guerra di Libia, i missionari italiani non dimenticarono mai in Africa che appartenevano alla loro nazione, e mai vollero essere soltanto i propagatori d’un culto, ma anche lo furono della civiltà del loro paese ed ottennero risultati politici che nessuno avrebbe sospettato.

Appunto perchè la loro propaganda religiosa era completata ed attenuata dalle altre qualità di scienziati o d’organizzatori, i missionari italiani non ebbero come i gesuiti del Portogallo rapida potenza e rapido tramonto2 ma, ammaestrati dalla esperienza del passato, seppero farsi amare e benvolere dalla popolazione, segnando d’assumere onori e cariche che li avrebbero potuti esporre al frequente avvicendarsi delle competizioni politiche, e restando tra il popolo più semplice e più generoso.

Qualcuno nella lotta contro le difficoltà cadde vittima d’inimicizie o di potenti correnti d’interesse, ma non cadde senza lasciar traccie. E tra questi il più notevole, colui che ancora vive nella memoria degli indigeni e che ebbe vasto criterio della sua opera di civilizzazione, fu il Padre Giovanni Stella di cui questo breve studio si occupa e che fondò in Eritrea una fiorente colonia agricola, dispersa poi dalla ostilità assoluta e vittoriosa di Werner Munzingher.

Doloroso, triste, ma non strano contrasto, questo di due uomini ugualmente desiderosi di far bene, più umile e cristianamente operoso l’uno, più forte, illustre e geniale l’altro, ma che avrebbero potuto far tranquillamente il loro cammino invece di combattersi con tanto

  1. Errera: L’epoca delle grandi scoperte geografiche.
  2. Sapeto: Viaggio e missione tra i Mensâ, i Bogos e gli Habab.