Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana I.pdf/151

Da Wikisource.

capitolo terzo 143

bini, dal Checchetelli, dal Meucci, dal Bonaparte di Canino, da Ciceruacchio e da altri patriotti un banchetto popolare di novecento copei-ti era offerto da seicento liberali romani a trecento liberali delle provincie convenuti a Roma per il solenne possesso di Pio IX; e là discorsi, poesie, acclamazioni all’adorato, all’angelico, al divino Pio IX... ma voti alti e manifesti per ottenere la concessione delle desiderate riforme e minaccie abbastanza significative all’indirizzo dei loioliti, dei reazionari, dei briganti — con questo nome erano denotati i gregoriani — le cui mene, i cui raggiri e le cui anche aperte ostilità contro la politica di Pio IX tutti vedevano e intravedevano, intuivano, divinavano e sentivano, per così dire, a fremere nell’aria stessa 1; onde anche i fuochi accesi sui monti laziali, per rispondere a quelli che splendevano dall’Appennino ligure al jonico, nella notte del 5 dicembre, a celebrare il centesimo anniversario della espulsione degli Austriaci da Genova, avvenuta a furor di popopolo il 5 dicembre, appunto, del 1746; onde il 26 dicembre 1846, giorno di san Giovanni, il popolo traeva con fiaccole e bandiere al Quirinale a fare i propri auguri al Pontefice, il quale arringava la folla, quasi tribuno, per la vanità di far udire la sua voce armoniosa e la sua — pedestre, per la verità — ma spontanea eloquenza, a cui teneva tanto.

Ma, dal 4 novembre al 31 dicembre 1846, nulla avevano fatto nè il Cardinale Gizzi, nè le commissioni nominate dal Papa, nè il Papa stesso: nondimeno gran festa il 1° dell’anno sulla piazza del Quirinale. Cinquantamila cittadini erano andati a presentare i loro augurii a Pio IX: fu cantato un coro del Meucci, musicato dal Magazzari: applausi caldissimi, benedizione papale, ordine per-

  1. Minacciosa era la seguente ottava, improvvisata alla buona, cantando, da quel nobile cuore di Ciceruacchio, tutto devoto e innamorato, allora e nella massima buona fede, di Pio IX, ma già furioso contro i reazionari ed i briganti;

    Oggi per il gran Pio semo felici
    Ne dai briganti più saremo offesi;
    Oggi per il gran Pio siam tutti amici|
    E amici avemo pure i Bolognesi,
    Se alcun, corpo di Dio! dei rei nemici
    Fa un passo avanti... noi già semo intesi;
    Evviva le provincie e Roma madre
    Evviva Italia con il Santo Padre.

       A. Colombo, Angelo Brunetti detto Ciceruacchio, Roma, Capaccini e Ripamonti, 1879, pag. 28; G. Benai, Memoria inedita sui banchetti patriottici di quel tempo, presso di me.