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stituiva e organizzava il Consiglio dei ministri, nominandovi tutti Cardinali o monsignori, onde uno storico osserva «che si può giudicare della lentezza caratteristica del Papa da questo fatto che non lasciò scorrere meno di dieci mesi fra la nomina del suo segretario di stato — 8 agosto 1846 — e la costituzione del Ministero — 12 giugno 1847 —. Senza dubbio era una cosa nuova per Roma un Consiglio di ministri; Pio IX fece in modo che questa novità sembrasse la cosa più vecchia del mondo; egli non ammise nel gabinetto che i Cardinali e i prelati»1.

Il 17 giugno il popolo festeggiò, col solito entusiasmo, l’anniversario della elezione di Pio IX con solenne manifestazione e fu cantato, da trecento voci, sulla piazza del Quirinale, il bellissimo coro dello Sterbini, musicato dal Magazzari. Quella imponente dimostrazione, «capitanata da Ciceruacchio e nella quale sventolavano all’aria le storiche bandiere dei quattordici rioni della città, non soltanto appariva, evidentemente, alla bella prima organizzata, ma disciplinata militarmente»2, onde «il vecchio governo, virtualmente condannato dal nuovo, era scaduto senza che il nuovo facesse fondamento su base propria, questo viveva delle prestanze che l’opinione liberale gli faceva; l’azione governativa era però incerta, molle; e l’azione popolare era gagliarda»3 e gagliarda razionalmente doveva essere, e perché era l’espansione, che veniva dopo trent’anni di compressione, e perchè molle era l’azione del governo.

E per questa mollezza e titubanza si andava indugiando, da parecchi mesi, nei consigli governativi la concessione della guardia civica, richiesta instantemente dalle principali rappresentanze municipali delle provincie; poiché nelle provincie, specialmente romagnole, i sanfedisti e i centurioni, costituenti una potente organizzazione settaria, tentavano, ora con un pretesto,

  1. F. I. Perrens, Deux ans de rèvolution en Italie, già citati, vol. II, pag. 20. Cfr. col Gioberti, col Gualterio, col Farini, col Pasolini, opere e luoghi citati, e con F. Ranalli, Le istorie italiane, già citate, vol. I, lib. I, pag. 52, 58, 70 e passim.
  2. G. La Farina, Storia d’Italia dal 1815 al 1850, 2a ediz., Milano-Torino, casa editrice M. Guigoni, 1861, vol. II, lib. III, cap. IV; H. Reuchlin, Geschichte Italien, Leipzig, Verlag von S. Hirtzel, 1859, vol. I, cap. IX, pag. 297; L. C. Farini, op. cit., lib. IV, p 158; B. Grandoni, op cit., anno II, pag. 59 e 60.
  3. L. C. Farini, op. e loc cit.