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E di questi suoi intendimeuti lord Palmerston non faceva mistero al governo austriaco, a cui aveva fatto significare dall’ambasciatore britannico a Vienna lord Ponsomby che «il governo di Sua Maestà britannica era persuaso che, nè riguardo al Re di Sardegna, nè riguardo al Papa, il governo austriaco può avere avuto l’intenzione di approfittare di provvedimenti legislativi e di riforme amministrative interne, che questi sovrani giudichino convenevoli di adottare nei loro stati, per farne occasione di un attacco qualsiasi contro i loro territori e i loro diritti. L’integrità degli stati romani» — aggiungeva il primo ministro della Regina Vittoria — «deve essere considerata come elemento essenziale dell’indipendenza politica della penisola italiana e nessuna invasione del territorio di questi stati non potrebbe avvenire senza addurre a conseguenze di una gravità grande e di una grande importanza»1.

Fu sopra tutto a questo atteggiamento così risoluto del governo inglese, più che alle sollecitazioni del francese che debbe attribuirsi il componimento pacifico della vertenza di Ferrara, dalla quale città — pur lasciando in sospeso la questione di diritto sulla interpretazione dell’articolo 103 del trattato di Vienna — la guarnigione austriaca si ritrasse in cittadella, lasciandone il presidio alle milizie pontificie e alla guardia civica; il che avvenne sul finire del dicembre 1847.

E lord Minto adempieva con grande zelo ed abilità la sua missione in Piemonte, in Toscana, a Roma e, per la sua squisita affabilità e tatto finissimo, attraeva a sè le simpatie dei liberali e delle popolazioni. Del che par che si lamentassero allora i moderati che si stringevano attorno al Rossi, e, poscia, si sono lamentati tutti gli storici papalini e parecchi anche di quelli che professavano le dottrine moderate. E a torto si lamentarono e si lamentano, avvegnacchè ciò che avveniva fosse cosa naturalissima. Se la missione di lord Minto era l’aperta opposizione alla politica del Principe di Metternich in Italia, e se la missione

  1. Dispaccio di lord Palmerston a lord Ponsomby, in data 11 settembre 1847, in Correspondence of Foreign Office, riprodotto da E. Rendu nell’op. cit.; L’Autriche dans la confédération italienne, pag. 103 e 1(54. Cfr. con N. Bianchi, nella sua Storia documentata della diplomazia europea, ecc., vol. V, cap. I e II.