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la successiva e assidua preparazione delle coscienze italiane, nè la lenta evoluzione dell’alto ideale della rigenerazione italica, nè quelle aspirazioni alla libertà, nè quell’odio contro gli stranieri, nè quel bisogno profondo d’indipendenza, nè quella gioventù disposta a correre alle armi, a combattere, a sacrificarsi, nè quelle varie correnti di sentimenti e di opinioni che determinarono tutto quel sommovimento e, molto probabilmente, non essendoci stati i riformisti, non vi sarebbero stati neppure i sagaci dottrinari moderati, che da essi derivavano, e quindi neppure il loro programma da porre ad atto. Ora, sottratti tutti i fatti accennati prima - che erano le premesse - di necessità sarebbero mancati i fatti successivi - che erano le conseguenze e si sarebbe disfatta e cancellata completamente tutta quella storia. È evidente, quindi, che nulla hanno a fare i desiderii umani, che si fondino sopra impossibili ipotesi, nulla hanno a fare con la legge sapiente che sapientemente e fatalmente, sul solo fondamento della logica, governa la storia.

La storia è quella che è, non quella che a noi sarebbe tornato 0 tornerebbe utile e piacevole che fosse stata, o che fosse.

Per ciò unicamente, ed in ossequio a questa legge, di cui io cerco sempre i rapporti fra le premesse e le conseguenze nei fatti storici, perciò io non biasimo, con la mia facile sapienza del postero, che guardo quegli avvenimenti dalla calma e serena vetta della riflessione, attraverso alle lenti della critica, sul fondamento di quasi innumerevoli documenti, ignoti agli attori di quel dramma, non biasimo gli sforzi adoperati dai costituzionali, a quei di, per rattenere Pio IX sul cammino da lui intrapreso e per contenere gli avvenimenti entro i termini del programma da loro fissato; e non li biasimo perchè, trasportandomi col pensiero nel tempo e sui luoghi in cui gli eventi si svolgevano, comprendo come essi, i liberali moderati, quel programma stimando ottimo alla lenta e ordinata redenzione della patria, dovessero far di tutto per vederlo effettuato. E quel programma ottimo sarebbe stato se le rivoluzioni fossero ruscelli, e non fiumi, da poter essere agevolmente guidati anche nella esuberanza delle loro acque, entro determinate sponde. Ma io non biasimo neppure - come essi, gli scrittori moderati fanno - i democratici e i radicali, quali, vistosi infranto fra