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capitolo quarto 197

Pellegrino Rossi, che aveva raccolto attorno a sé la sua famiglia, che aveva lasciato partire suo figlio Odoardo volontario per la guerra di Lombardia, era andato ad abitare al palazzo di Malta, oggi Salviati, al Corso.

Sul finire di aprile, e prima che il Papa avesse pronunciata e pubblicata la fatale Allocuzione, Pellegrino Rossi aveva fatto un viaggio in Toscana e si era trattenuto alcuni giorni a Carrara sua patria. I suoi concittadini gli fecero festosa accoglienza e seppero, nella loro maggioranza, apprezzare il grande valore di quell’uomo, nato fra loro; così che non appena, per effetto del decreto granducale del 12 maggio 1848, i territori della Lunigiana e della Garfagnana furono annessi alla Toscana e non appena, per ciò, i cittadini di Carrara furono chiamati alle urne per la elezione del loro deputato all’Assemblea toscana, elessero Pellegrino Rossi.

Il quale non accettò quel mandato, perché deciso a divenire suddito romano e a servire la grande e amata patria italiana in Roma e da Roma.

Ma qui è importante tornare col pensiero al fatto da me accennato già e che ebbe, poi, non lieve influenza a determinare quella irresistibile corrente di avversione, di ostilità, di odii contro Pellegrino Rossi, che lo travolse e lo trascinò a morire sotto il pugnale di un fanatico, il quale era convinto di salvare, uccidendo il grand’uomo, la patria e la libertà.

Fin dal 1839 e, poi, con crescente frequenza di assalti e con aumentato numero di assalitori. Pellegrino Rossi era stato fatto segno - ed io lo notai già - ad accuse e vituperi a cui poteano prestare qualche parvenza di vero le maligne interpretazioni degli eventi, delle opere, dei vari atteggiamenti di lui nella sua vita avventurosa e randagia. Se al Cardinale di Richelieu bastavano due righe autografe di un uomo per trovarvi la ragione o il pretesto a condannarlo, è facile immaginare quale più vasto campo potessero offrire alle accuse gli atti pubblici e le parole di un uomo che aveva vissuto, per così dire, tre vite in tre paesi diversi, e gli scritti di lui, che costituivano almeno dieci grossi volumi I L’origine e la ragione vera di questa guerra, alla quale prese anche parte, pur troppo, come notai, un brioso ed elegante scrittore francese, Alphonse Karr, vanno ricercate