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202 pellegrino rossi e la rivoluzione romana

dotto nella penisola la libertà politica. L’Italia, schiava ieri, è oggi libera quanto l’Inghilterra e la vince in uguaglianza civile. Che vuol di più?»

Esaminate poscia le quistioui che si sollevano dai meticolosi e dagli incontentabili su quelle costituzioni, forse suscettibili di miglioramenti, il Rossi grida: «E che? il sangue italiano scorre gloriosamente sull’Adige e sul Piave, i vostri fratelli minacciati dal ferro austriaco imploran soccorso; e vol. invece di correr all’armi, di non chiedere, di non gridare che armi, vi state disputando, chiaccherando, scribacchiando di statuti e di leggi e ponete la somma delle cose nel sapere se avrete qualche elettore di più o di meno, una o due Camere, categorie più o meno larghe?»

Sante parole, giusti rimproveri... ma ahimè l se tutti avessero avuto gl’Italiani d’allora non dirò l’alta mente, ma almeno la coscienza illuminata di una metà di quella luce che splendeva in quella di Pellegrino Rossi!...

Eppoi fra quelli che gridavano, che non avevan più alcuna fede in Pio IX, che diffidavano dei principi, che disputavano e, se si vuole, bizantineggiavano, v’erano centinaia e centinaia di uomini che erano già stati al fuoco; v’era il Cattaneo, uno degli eroi delle Cinque giornate, v’era il Montanelli, il ferito di Curtatone, vi erano il Cernuschi, il Montecchi, il Checchetelli, il Campello, il Savini, il Pasi, il Pianciani, l’Anfossi, il Mameli, l’Arcíoni, il Torre, il Fabrizi, il Medici, il Bixio, il Vecchi, il Sacchi, l’Avezzana, il Pisacane e cento e cento altri, i quali, dopo essere stati o in esilio, o in galera, o sul punto di essere avviati o all’uno o all’altra, si erano valorosamente battuti contro gli Austriaci, allora allora!

Dopo avere esaminate, con sagacia, acutezza e in forma briosa, tali misere questioncelle di libertà, il Rossi scriveva alcune linee sulle quali richiamo l’attenzione del lettore, come quelle che hanno una specialissima importanza, perchè esprimono il concetto - non dirò se esatto o inesatto - che si era formato dello stato romano, dei suoi abitanti e del suo sovrano l’uomo che fra due mesi sarebbe chiamato a reggerlo ed amministrarlo.

«Non v’ha in Italia che lo stato pontificio» - continuava il Rossi - «che per le sue peculiari condizioni sembra opporre