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insistendo: perchè negare ai democratici italiani facoltà di stabilire una repubblica quieta, onesta, forte, gloriosa? L’Italia fu, già tempo, ordinata a repubbliche.

«Perchè, rispondo, non v’hanno oggi repubblicani in Italia, ove il più gran numero, senza misura il più grande, nulla sa di repubblica, e di repubblica nulla o poco si cura. La repubblica sarebbe opera violenta di una fazione; quindi sorgente di civili discordie, cagione d’indebolimento e di rovina all’Italia». E qui dimostrava quali sarebbero l’indebolimento e la ruina, perchè non una, ma, per le vecchie tradizioni, si avrebbero cento repubbliche, che getterebbero nuovamente l’Italia in preda «al municipalismo, infermità di cui l’esperienza e l’istoria avevano a gran stento sanata l’Italia»1.

Fin dal 23 luglio, allorchè per la seconda volta il Mamiani, sempre contraddetto e osteggiato dal Papa e dalla sua corte, aveva offerto le sue dimissioni, il Pasolini, intimo del Papa, gli suggerì di chiamare al ministero Pellegrino Rossi. E fu allora che egli sospese la pubblicazione delle Lettere di un dilettante di politica, che già aveva mandato in stamperia2.

Il Rossi fu ad abboccamento col Papa, si mostrò esitante, mise innanzi le grandi difficoltà della situazione, tuttavia, poichè si insisteva, si mostrò pronto ad accettare purchè a lui si unissero gli uomini più autorevoli del partito moderato, il Pasolini, il Rocchi, il Minghetti. Non appaiono chiare, dal contradittorio racconto degli storici di quel tempo, le ragioni per cui quel tentativo di un ministero Rossi abortisse. Un po’ l’esitazione di alcuni di quegli uomini ad assumere il carico del ministero, un po’ l’opposizione vivacissima che si veniva manifestando nell’opinione pubblica, la quale qualche cosa aveva trapelato di quelle pratiche, fecero fallire quella combinazione3.


  1. L. C. Farini, Lo Stato romano, vol. II, cap. XIII, pag. 253 a 261. Di questo importante scritto di Pellegrino Rossi parlarono, o riportarono frammenti, con grandi lodi, il Gualterio, il Massari, i1 Mignet, P. S. Leopardi, il De Broglie, il De Puynode, il De Mazade, il Bon-Compagni, lo Spada, il Pierantoni, il D’Ideville, il Bersezio e il Bertolini.
  2. L. C. Farini, op. cit, vol. II, cap. XIII, pag. 253.
  3. Dell’incarico avuto dal Rossi di formare un ministero e delle ragioni per cui egli esitò e non riuscì, parlano il Farini, il Ranalli, il La Farina, il Gabussi, lo Spada e parecchi altri scrittori del tempo, ma più specialmente il Minghetti e in modo specialissimo e più diffusamente il Pasolini. Chi voglia vedere tutti i particolari di quelle trattative, sulle quali, per la