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216 pellegrino rossi e la rivoluzione romana

La situazione storica vera, era limpida, era chiara, era questa. Che c’era più da fare?... nulla. Chi avrebbe potuto far violenza alla legge logica della storia?... nessuno. Chi avrebbe potuto impedire il cozzo a cui Pio IX e la reazione retrocedenti e gli Italiani furibondi incalzanti stavano per venire? nessuno.

Fata - e non i ciechi fati degli Elleni, ma le rigide premesse storiche - Fata trahebant.

Pellegrino Rossi nulla vide di tutto ciò e - dalla sua posizione di contemporaneo e di dottrinario - nulla poteva vedere di tutto ciò. Ardente d’amor di patria, desideroso di impedire quel cozzo, fiducioso nelle sue teorie du juste milieu, spinto dal suo spirito eclettico conciliatore, stimolato dall’ambizione dell’alto ufficio cui era chiamato, allettato dalla gloria che gliene deriverebbe, speranzoso di costituirsi in Roma una onorevole e splendida posizione, più, forse, che per sè, per la moglie e pei figli, desideroso di combattere gli odiati democratici, forte del suo ingegno, della sua dottrina, del suo coraggio, della sua esperienza, egli si gettò in mezzo a quei due contendenti che sì scagliavano furibondi l’un contro l’altro e che ambedue lui consideravano come loro nemico e... logicamente, necessariamente soccombette. E, quando dico soccombette, intendo della necessità della sua caduta, della necessità storica che il suo tentativo miseramente fallisse come fallì, perchè la rivoluzione era più forte del disorganizzato e sfasciato governo papale; non dico che era storicamente necessaria la sua uccisione, benché altri lo dica1 e benché egli audacemente la provocasse2.


  1. Esporrò nel capitolo VI i nomi degli autori che stimarono necessaria e inevitabile la morte del Rossi e dirò anche le ragioni su cui essi fondano tale loro convincimento.
  2. Alla mia coscienza storicamente ripugna di adoperare le ipotesi e i se e i ma: onde, tanto per contentare quelli che delle ipotesi nella storia si dilettano - e sono tanti! - metto una ipotesi qui in nota. Dico prima che io sono profondamente convinto che nè Pellegrino Rossi, nè Vincenzo Gioberti, nè Antonio Rosmini, nè tutti tre uniti insieme, nè aggiunti ad essi altri uomini di valore, avrebbero potuto impedire, data quella situazione di fatto, o tre mesi prima o tre mesi dopo, lo scoppio della rivoluzione, la fuga di Pio IX, l’intervenzione straniera. Ciò promesso, o suppponendo - per mera ipotesi, impossibile a verificarsi - che Pellegrino Rossi avesse potuto domare e avesse domato la rivoluzione, egli non avrebbe mai e poi mai potuto conservare Pio IX fedele alla costituzione. Il Papa avrebbe ringraziato il Rossi, lo avrebbe - a modo suo - premiato, ma la costituzione l’avrebbe di fatto soppressa e sarebbe tornato Papa come era prima, perchè