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Così a Ravenna erano stati, di quei giorni, pugnalati due cittadini, il Ceccarelli e il Codronchi, e grande terrore ne era derivato nella popolazione. Per il che il Rossi, con una lettera bellissima, di cui ho rinvenuta la minuta di tutto carattere di lui, che riproduco fra i documenti, scriveva al pro-legato Conte Manzoni: «che quei misfatti tornerebbero a disonore della pubblica amministrazione e a spavento di tutti se restassero impuniti». Quindi ne eccitava lo zelo, ne stimolava l’energia, assicurandolo che era «inflessibile volontà del governo di por freno a queste scelleraggini, qualunque ne siano gli autori e gli istigatori. La fermezza e il coraggio dei governanti - egli proseguiva - animano i cittadini: qui non trattasi di opinioni, ma di fatti e di atrocissimi fatti». Gli prometteva rinforzi di milizie, 10 animava a giovarsi della guardia civica e concludeva dichiarando che contava sulla sua fermezza1. Cosi ad Ancona, per odio di parte, il 5 settembre era stato pugnalato il libraio Candido Mazzarini; l’11 dello stesso mese era stato ucciso l’avvocato Carlo Bonelli, presidente di quel tribunale criminale, e 11 30 ottobre, all’uscir dal teatro, era stato ammazzato il sottotenente dei carabinieri Sante Priuli, mentre, due sere dopo, veniva stilettato, a Loreto, Antonio Albertini segretario dell’ufficio di polizia.

Le gravi condizioni della sicurezza pubblica, le cagioni precipue di esse, le ragioni della debolezza delle autorità governative e della conseguente impunità dei delinquenti erano tutte sagacemente indicate al Conte Pellegrino Rossi dal Delegato, di recente inviato in quella provincia, avvocato Antonio Zanolini, in una sua precisa ed energica relazione, fin qui inedita, che io pubblico fra i documenti. E mentre in essa lo Zanolini accennava ai provvedimenti vigorosi da lui presi, suggeriva anche i primi e più efficaci rimedi.

Il Rossi rispose, in data 4 novembre, al Zanolini con la lettera, la cui minuta di tutto pugno di lui allego pure fra i documenti. In quella lettera, lodata altamente l’energia dello Zanolini e approvate le provvidenze da lui adottate, lo invita a render grazia per parte sua «agli ottimi cittadini che ella savia-

  1. Vedi Documento, n. XLII, in fine del volume.