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capitolo quinto 247

mente chiamò a consiglio. Veggo con soddisfazione - egli proseguiva - che Va Sa è stata assicurata dell’adesione operosa non solamente della truppa, ma altresì della civica; se ne valga; faccia perquisire i sospetti e toglier loro ogni arma vietata; faccia arrestare i perturbatori e i facinorosi e, se pel numero e la qualità, le paresse cosa prudente allontanarli di costi, li mandi a Civita Castellana e me ne dia avviso».

E, poichè lo Zanolini aveva indicato come principali facinorosi i finanzieri, il Rossi sulla stessa lettera del Zanolini, di suo pugno, aveva segnata una annotazione perchè si scrivesse immediatamente al direttore delle dogane; «affinchè fossero subito spedite ad Ancona guardie scelte e sicure e affinchè le guardie designate dal Delegato fossero richiamate da Ancona e si inviasse là un ufficiale delle truppe di dogana capace ed energico»1.

E, come se quei guai non fossero bastanti, un altro se ne veniva ad aggiungere a Ferrara, dove il console austriaco Bertuzzi, che ne era partito nell’agosto, improvvisamente era tornato, senza prevenire il pro-legato Conte Francesco Lovatelli, il 1° novembre. La presenza di quel detestato rappresentante di una esecrata nazione aveva acceso le ire popolari; una folla furibonda era corsa alla casa del console austriaco, ne aveva atterrato lo stemma e lo aveva arso, poi invasa la casa, ne aveva estratte carte e mobili e le aveva gettate sull’ardente braciere dello stemma. Il console si era salvato per miracolo, gettandosi da una finestra in un orto, donde era fuggito malconcio. Il Conte Lovatelli era accorso coi carabinieri, ma si era trovato a fronte gli esaltatissimi giovani volontari del battaglione Unione, che parteggiavano pel popolo, il quale, insieme ai volontari, allontanatosi di là era corso ad atterrare e ad incendiare lo stemma del con.solato modenese; onde il pro-legato aveva dovute far caricare la folla dai carabinieri2.

Alle due dopo la mezzanotte, quando il Conte Lovatelli scriveva al ministro Rossi, ogni tumulto era cessato; ma il pro-legato domandava, anche come soddisfazione da darsi al governo

  1. Vedi Documenti, dal n. XLIII al LXVII, in fine del volume.
  2. Vedi Documenti, n. LXVIII, in fine del presente volume.