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CAPITOLO VI.


Effetti della morte di Pellegrino Rossi.

Giudizi su di lui.



I deputati Pantaleoni e Fusconi, appena spirato Pellegrino Rossi, erano rientrati nell’aula, ove la notizia si era rapidamente propagata, destando in tutti una impressione profonda di stupore, e - perchè nasconderlo? - di spavento.

Nel momento in cui la notizia si era diffusa il segretario deputato Marcosanti leggeva il processo verbale dell’ultima seduta, quella del 26 agosto. Il presidente avvocato Sturbinetti, rimasto fortemente turbato, e presso il quale numerosi si recavano i deputati per dare suggerimenti, o per chiedere che si farebbe, era molto imbarazzato. Il Pantaleoni e altri tumultuarono presso di lui, chiedendo che si sciogliesse l’adunanza e lo Sturbinetti obiettava che, per farlo, bisognava dirne la ragione; e siccome quasi tutti quei deputati tremavano, quasichè l’uccisione del Rossi dovesse addurre per conseguenza l’eccidio di tutti i rappresentanti del paese, e non volevano che si facesse commemorazione dell’estinto, per tema di eccitare il furore popolare, così il presidente finì per adottare il più acconcio temperamento1: ordinò che si facesse l’appello nominale, dal quale risultando che i deputati presenti erano trentasette — mentre, perchè la seduta fosse legale, avrebbero dovuto essere cinquantuno — egli dovette dichiarare sciolta l’adunanza.


  1. Il deputato — moderato — dott. Sebastiano Fusconi depone: «... andai a lavarmi le mani; quando tornai si leggeva il processo verbale: interrogai il mio vicino Pantaleoni e mi rispose che si faceva quella lettura per aver tempo di avvisare i diplomatici e fare anche allontanare le molte signore e per evitare inconvenienti nello sgombero delle tribune» (Processo cit., deposizione Fusconi, foglio 6080 a 6131).