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22 pellegrino rossi e la rivoluzione romana

e tutti i pensieri dei liberali si rivolgevano a lui; certo è che lo stesso Pietro Francesco Bellot, uomo già maturo di quarantotto anni, insigne giureconsulto e liberale pubblicista e integro cittadino e nativo di Ginevra e il quale - a giudizio di un autorevole testimonio - «se a Ginevra non ci fosse stato il Rossi, sarebbe stato il primo cittadino, riconosceva e accettava la preminenza del Rossi, perchè, nel suo grande patriottismo, comprendeva tutto il bene che esso faceva a Ginevra e, perciò, lo amava e lo ammirava e ne era sinceramente riamato»1.

Così, per opera principalmente del Rossi, il partito liberale moderato conseguì, in pochi anni, un grande ascendente sull’opinione pubblica ginevrina, ottenne la maggioranza nella rappresentanza nel Consiglio nel 1825 e raggiunse il potere, che tenne, poi, per diecisette anni consecutivi, sotto la presidenza dell’onorando cittadino Rigaud.

Pellegrino Rossi era l’oratore e l’inspiratore di questo partito. La sua formidabile eloquenza sosteneva in seno al Consiglio tutte le proposte liberali e sfolgorava, con la più sottile ironia, con la dialettica sua gagliardissima, con le sue appassionate finezze d’artista, gli avversari e li sgominava e li sopraffaceva2.

In questa guisa il nuovo governo liberale introdusse nella legislazione ginevrina parecchie sapienti ed utili riforme, onde, successivamente, con l’aiuto del Giraud e del Bellot, modificava, migliorandolo, il sistema ipotecario; promulgava la legge che regolava i matrimoni fra cattolici e protestanti; con la sagace cooperazione del Dumont e del Rigaud, rinnovava la legislazione penale della piccola repubblica, istituendo di nuovo il giurì; e la relazione del Rossi intorno alla restaurazione dei giudici del fatto letta al Consiglio ginevrino fu reputata allora e resta tuttora un vero capolavoro3.

Dando prova, fino da allora, di ardimento e di prudenza nel tempo stesso, mettendo ad atto, poichè l’ambiente politico e sociale in cui viveva glielo consentiva, la sua politica du juste

  1. A. E. Cherbuliez, art. cit. del 1849.
  2. A. E. Cherbuliez nell’art. cit.; art. cit. del 1849 e nel primo dei due articoli del 1867; A. Pierantoni, disc. cit.
  3. L. Reybaud, art. cit.; F. Mignet, elog. cit.; H. Saladin, opusc. cit.; A. E. Cherbuliez, art. cit. del 1849.