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292 pellegrino rossi e la rivoluzione romana

doveva ormai decidersi: la contraddizione doveva finire, o con l’Italia e con la libertà, o colla Chiesa e col dogma; la logica storica così ineluttabilmente imponeva. Ma per decidersi risolutamente e con coraggio occorreva avere l’alto intelletto e la energica coscienza - non dirò di Gregorio VII e di Innocenzo III ma solamente di Bonifacio VII o di Eugenio III; e Pio IX — poveretto! — piccolo di mente e d’animo era quello che era, onde potè pensare di protrarre ancora la decisione che gli stava sopra e l’opprimeva.

Cosi, a notte avanzata, quando i Circoli avevano preso le loro decisioni, quando la piccola orda di forsennati, cessando dal suo briaco imprecare, si era dispersa nelle taverne, quando, avanti a tutte le caserme, le milizie si erano affratellate col popolo, quando il ministro Montanari, non avendo provveduto a nulla, si dibatteva, come disse il Pentini, fra i suoi desiderii del bene e la sua inettitudine e impotenza a far qualche cosa. Pio IX aveva mandato a chiamare Marco Minghetti, con cui ebbe il colloquio a cui in nota ho accennato e dopo il quale l’autorevole rappresentante di Bologna si ritirò, riservandosi «di raccogliere nella notte pensieri ed amici e di andargliene a riferire al mattino».

Veramente il Minghetti non dice nei suoi Ricordi, e neppure nella deposizione sua davanti al giudice processante, quali fossero gli amici con cui si abboccò durante la notte e le prime ore del mattino susseguente; certo egli favellò a lungo col Pasolini, come si rileva dalla lettera indirizzata dallo stesso Pasolini al Minghetti il 2 ottobre 1850 e da questo riferita nei suoi Ricordi1. Vide, forse, anche il Fusconi e il Bevilacqua.

Comunque, l’economista bolognese è costretto a confessare che «l’impresa si mostrava piena di ostacoli; nessuno osava in quel momento contrapporsi arditamente alla corrente; tutti paventavano la fine del rossi. Ad ogni modo, presa ogni più accurata informazione e fatte pratiche durante la notte, andai al mattino al Quirinale»2.

Ma qui trovò già adunati i presidenti dei due Consigli e parecchi membri dell’una e dell’altra Assemblea, i quali di prima

  1. M. Minghetti, Miei ricordi, vol. II, pag. 123 e 124.
  2. M. Minghetti, Miei ricordi, vol. II, pag. 125.