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telli Costantini che il Rossi era stato ucciso da un angiolo del cielo e dal contegno loro si vedeva bene che essi Costantini e Toto Ranucci detto Pescetto e padre e figlio Brunetti applaudivano e consideravano quell’azione come eroica e dovevano avervi avuto parte»1.

È chiaro quindi che, se in quelle riunioni si celebrava l’uccisione del Rossi, questa era già avvenuta2.

Pieruccioni Luigi fratello del precedente e Filippo Menghini, altri testimoni indotti nel rapporto Galanti, nulla sanno delle riunioni al fienile di Ciceruacchio, nulla dei pretesi accordi ivi stabiliti per la uccisione del Rossi3.

Il quarto testimonio, citato nel rapporto Galanti, è Paolo del fu Giovanni Guarnaccia, romano, cappellaro, di anni 43, il quale non ricorda da principio se le riunioni al fienile Brunetti fossero prima o dopo la repubblica, poi pensandoci meglio gli pare prima, ma non dice affatto che vi si stabilisse e preordinasse la uccisione del ministro Rossi: «vi si distribuivano pistole, si notavano i nomi di quelli che le ricevevano: ogni sei o sette uomini erano posti sotto un caporale, a fine di vigilare all’ordine della città. Erano per lo più facinorosi, lui si ritirò. Ricorda i fratelli Costantini, Antonio Ranucci detto Pescetto, Filippo Medori verniciaio, i fratelli Caravacci, Alessandro Todini musaicista, il Carbonaretto. Ciceruacchio disse che faceva quella distribuzione d’armi non di testa sua, ma di intesa con chi comandava e per tener Roma netta dai ladri4, ciò che a lui parve un pretesto. Ricorda che si

  1. Processo deposizione Gioacchino Pieruccioni, foglio 235 a 240.
  2. Avverto il lettore che questo punto della data delle riunioni al fienile di Ciceruacchio è d’importanza somma; perchè effettivamente tali riunioni non avvennero prima, ma dopo la morte del Rossi e, nondimeno, i due processanti Cecchini e Laurenti, seguendo le false indicazioni del turpissimo rivelante impunitario Bernasconi, e fondandosi sopra la deficienza di memoria di cinque o sei fra i cinquanta testimoni su tale argomento interrogati, vorrebbero stabilire, contro la verità, che le riunioni al fienile del Brunetti avvenissero in due periodi diversi, le prime nell’ottobre e novembre 1848 e le seconde nel marzo e aprile 1849.
  3. Processo, deposizione Luigi Pieruccioni, foglio 241 a 214, e deposizione Menghini, foglio 271 a 273.
  4. Ed era proprio cosi, come meglio si vedrà in seguito. Filippo Capanna, preposto nel febbraio, come quegli che era uomo energico, intelligente ed attivissimo, al servizio di sicurezza pubblica dal governo repubblicano, non sapendo come frenare i furti e sapendo essere in Roma sette od ottocento ladri, nella primavera del 1849 chiese ad Angelo Brunetti la cooperazione dei più energici e risoluti suoi amici. E fu allora che si riu-