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capitolo settimo 355

E sotto la stessa data del 27 gennaio, l’attuario nota e riproduce il rapporto dell’arresto e trasferta in Roma di Felice Neri e di Sante Costantini, fermati ad Ancona, mentre erano in procinto di partire per Atene. Insieme coi due imputati venivano inviati a Roma il passaporto per Felice Neri in data 13 dicembre 1849 e per Sante Costantini in data 1° gennaio 1850; più i pacchi suggellati contenenti oggetti di vestiario e biancheria, ecc.1.

Ora, finalmente, allo zelo, alla intelligenza e all’energia del giudice processante si offriva un largo campo di lavoro: ed egli si accinse con ardore all’impresa.

Il 25 gennaio egli sottopone al primo costituto l’imputato Ceccarini. Eccone riassunto fedelmente — come sempre ho fatto e farò con scrupolo severissimo — e spoglio soltanto della parte formale, l’atto.

«Un uomo, dell’apparente età di 26 anni, statura piuttosto alta, smilzo, capelli castano— chiari, barba castagna corta, baffi tendenti al biondo, fronte piuttosto alta, carnagione vermiglia, occhi castani, naso aquilino, bocca regolare. Interrogato rispose: Sono Giovanni Ceccarini del vivente Pietro, nativo di Torice, provincia di Frosinone, 26 anni compiuti, chirurgo, da nove anni domiciliato in Roma. Il 27 dicembre 1849 ero a Genova, partii per Livorno, di qui, sul Castore, arrivai a Civitavecchia il 29 e ripartii subito per Roma; il 30 mi riposai, il 31 ripresi l’esercizio della mia professione quale sostituto dell’ospedale di San Giacomo. Il giorno 2 gennaio il padre Giuseppe Maria Canori dei Fate Bene Fratelli, superiore dell’ospedale stesso, viste le misure che prendeva il governo contro parecchi sostituti degli ospedali, mi consigliò a dare le mie dimissioni. E poichè io sono da sei mesi impiegato quale chirurgo a 300 franchi al mese presso Niccola Brown, che era console d’America in Roma, accettai subito la proposta del priore Canori. Data la rinuncia mi presentai il 6 gennaio alla polizia per avere il passaporto per Napoli, ove trovasi il Brown. Non mi diedero il passaporto, mi prorogarono fino al 20 la carta di permanenza — forse perchè supponevano che io fossi stato uno dei tre emissari dell’uni-

  1. Processo, rapporto polizia, foglio 544 a 571.