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88 il processo di pellegrino rossi

Qui finisce la chiamata e tornando alla continuazione del suo rivelo, il Costantini soggiunge:

«Sì, Eccellenze Rev.me, eccomi pronto, prontissimo ad essere soggetto a qualunque esperimento; così potrete leggere a chiare note nel mio cuore. Di più non posso fare altrimenti lo farei. Così si vedrebbe la verità di ciò che io esposi nei vari miei costituti e cioè che dovetti rivolgermi al mio compatriota Cesare Agostini, Deputato alla Costituente, per essere raccomandato a Ciceruacchio, il quale rispose che, pel momento non v’era posto a Tor di Quinto e che appena se ne facesse uno lo avrei avuto: onde soltanto agli ultimi di dicembre il Brunetti mi mise come assistente a Tor di Quinto, ove fui costretto ad avvicinare il Ranucci ed altri e a stringermici in una apparente relazione per la dura necessità della mia posizione.

«Coi Pennacchini ed altri di quelli che conobbi il 15 novembre non ho discorso più da quel giorno che parlai con loro all’osteria Mattei a piazza di Spagna: col Medori, che era pure lui a Tor di Quinto, ebbi semplice conoscenza e alla prima favorevole occasione che mi si offrì me ne andai da quel luogo, per non aver da fare con quella gente e abbandonai l’impiego a Tor di Quinto con notevole mio discapito pecuniario, arruolandomi Sergente Maggiore nel 1° Reggimento di Fanteria leggera sui primi di febbraio 1849, ove soltanto verso la fine di aprile, nelle promozioni fatte nel Reggimento, ebbi la nomina di Sotto Tenente. Così mi staccai completamente dal personale di Tor di Quinto.

«Conoscendo io come si trova la mia coscienza come non instupidire (sic) vedendo con quanta scaltrezza il Bernasconi, il Longhi, il Zeppacori e il Luzi, anche con giuramenti falsi, abbiano fatto deposizione a mio carico false di pianta, piene di contraddizioni e di menzogne, mentre, fra le altre cose, prima dei lavori di Tor di Quinto essi non mi conoscevano! Ecco come un misero innocente si sacrifica sull’ara dell’impostura! Se tanti detenuti a San Michele nel 1851 volessero parlare e dire la verità si saprebbe come Bernasconi, Longhi e Zeppacori pubblicamente gri-