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116 il processo di pellegrino rossi

«Dopo passato a disposizione della S. Consulta non solo continuarono questi colloqui, ma S. E. Rev.ma Monsignor Matteucci li estese ancora, accordando al Grandoni di parlare più volte al mese coi signori Rocchi, Civili e Gaffi che si occupavano della direzione degli interessi del Grandoni e il Cancelliere Marco Evangelisti, e quindi il successore nell’ufficio, vi hanno prestato assistenza.

«Di più la S. Consulta ha permesso sempre al Grandoni la lettura dei libri che richiedeva e del giornale La civiltà cattolica, domandato dal Grandoni a preferenza di qualunque altro periodico e cui si associò. Sebbene prevenuto di titolo capitale il Grandoni fu posto in luogo di larga come tutti gli altri inquisiti della medesima causa, poco dopo trasferiti al carcere di S. Michele, onde non avessero a soffrire per la diuturna segreta in vista del ritardo dell’ultimazione del processo, indispensabile per la complicazione dei fatti compresi nella procedura.

«È solo quando il Grandoni contravvenne più volte ai regolamenti di disciplina e fu condannato fu privato del beneficio della larga».

Questa specie di traccia di fatto informativo trova la sua spiegazione nella esistenza dentro la stessa Camicia n. 2897 bis di due stampe in fogli volanti. Una di esse è un numero dell’Italia del Popolo, giornale politico, Anno IV, Genova, venerdì 14 luglio, n. 195.

In quel numero dell’Italia del Popolo l’articolo di fondo si intitola Luigi Grandoni e in esso, con linguaggio violento e declamatorio, si assale il Governo Pontificio e specialmente la Direzione Generale di Polizia per le asserte pretese vessazioni e gli affermati maltrattamenti usati verso il Grandoni, del quale non senza manifesta parzialità, si tessevano le lodi.

Poi, sopra un fondo di inesattezze, per non dire di invenzioni, l’articolista insinua il quesito: quello del Grandoni fu suicidio od assassinio? E, pian piano, sopra fantastiche, supposte, ma nella realtà storica insussistenti circostanze, lo scrittore lascia ritenere che il Grandoni fu strozzato.

All’articolo, che è firmato un amico del Grandoni, fa seguito un virulento commento della direzione del giornale in