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120 il processo di pellegrino rossi

È un foglio da 35 a 40 centimetri di altezza su 16 di larghezza, pubblicato a Torino, 1854, Tipografia Subalpina, Via Alfieri, 24; ai piedi del foglio, in carattere minuscolo è stampato, G. B. Rocca, Editore.

È una lunga e stolida filastrocca, in data di Roma, 29 agosto 1854, piena di tribunizie e volgari declamazioni, tutto un tessuto di errori, di fantastiche leggende, di false affermazioni intorno al processo contro gli uccisori di Pellegrino Rossi — intorno al quale il dozzinale estensore di quel zibaldone nulla sa di vero e parla a orecchio, a vanvera e ad invenzione — e intorno alla morte del Grandoni, che non suicidio fu, ma eccidio — secondo l’estensore dell’articolo — e in cui si inventa e si spaccia per vero un romanzaccio riguardante l’amore di Monsignor Matteucci per una giovine donna, sopranominata Rondinella che era amante e mantenuta del Grandoni; onde la gelosia, l’ira, la vendetta di Monsignore... insomma un complesso di fanfaluche, non sussidiate neppur dall’ombra di una semiprova.

Fra le tante falsità pubblicate in quel turpiloquo libello ne scelgo e ne adduco ai miei lettori una sola.

«È cosa notoria in tutto lo stato romano che l’uccisore di Rossi è stato spento poco dopo il delitto e furono con lui spenti di pugnale incognito, Monsignor Morini di Faenza ed un Ufficiale dei Carabinieri pontificii, che, complici e scienti del tutto, avevano tradito il segreto!».

Ora, passando sopra queste sciocchezze e sozzure, dappoichè nessuno aveva o poteva avere interesse a sopprimere il Grandoni, il cui capo, da altra parte, era, fra pochi giorni, riservato al carnefice, dai documenti di sopra riferiti appar chiaro che il Grandoni, sempre subitaneo ed irruente, sempre preoccupato, come abbiamo veduto, dell’onore e del punto d’onore, disperò della grazia sovrana e si ribellò all’idea, per lui raccapricciante, di salire il patibolo e preferì uccidersi per sottrarsi a quell’onta e diede prova di una stoica fermezza e di uno straordinario coraggio nel compiere il suo funesto proposito, per effettuare il quale gli saranno accorsi almeno dieci minuti per fare il nodo scorsoio attorno al proprio collo, per salire sul bujuolo, per fis-