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122 il processo di pellegrino rossi

L’animo retto e generoso dell’Avvocato Pietro Qui non potè evidentemente rimaner sordo a quella preghiera: anzi, poichè nell’incartamento suo — ove pure esistono altre lettere di Sante Costantini — non si trova quella in data 17 maggio cui accenna nella suriferita sua Sante Costantini, c’è da ritenere, direi quasi da giurare che tale lettera all’Avvocato Qui non era prevenuta.

Negli atti del famoso Notaio e Cancelliere R. Castelli, non vi ha traccia dei ricorsi in grazia nè del Grandoni, nè del Costantini; ma, siccome subito dopo la dispositiva della sentenza definitiva dei due Turni riuniti, di sopra riportata, seguono, in data del 22 luglio, i verbali della decapitazione di Sante Costantini, così è logico e legittimo ritenere che, in quei cinquanta giorni di intervallo, quanti ne corrono dal 2 giugno al 21 luglio, fosse appunto, redatta e presentata al Sovrano Pontefice la domanda di commutazione di pena del Costantini, come era stata presentata quella pel Grandoni, e che essa venisse rigettata o sugli ultimi di giugno o sui primi di luglio; e che quindi verso il 10 o il 15 di questo mese fossero dal Supremo Tribunale prese tutte le disposizioni affinchè la sentenza contro il Costantini fosse eseguita.

A proposito del qual fatto, esistono in atti — nei quali, come i lettori hanno veduto, neppure un cenno esisteva ed esiste sul suicidio del Gandoni — quattro Rapporti, tre dei quali trascriverò qui appresso come chiusa sanguinosa del dramma cominciato col sangue versato da Pellegrino Rossi nel vestibolo del palazzo della Cancelleria Apostolica il 15 Novembre 1848.

«Carceri Nuove

«Ore 11 e mezzo pom. li 21 luglio 1854.

«A seconda di quanto era stato superiormente disposto, alle ore 10 pomeridiane in punto il condannato Sante Costantini è stato introdotto in queste carceri, proveniente da quelle di San Michele.

«Il suo portamento era ilare e disinvolto.

«Allorquando dal Cursore gli è stata intimata ne’ modi