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138 il processo di pellegrino rossi

tezza che il Rossi si andasse preparando a quello che con frase esotica si dice un colpo di stato — e moltissimi, anche non settari, ci credevano — si spiega come parecchi di quegli esaltati, e specialmente Ciceruacchio, il Principe di Canino e il Guerrini sotto la ispirazione e la istigazione dello Sterbini si adoperassero in quei giorni — come era già storicamente noto e come risulta provato dalle resultanze processuali — a sedurre e corrompere le milizie regolari, Dragoni, Finanzieri e fin anche Carabinieri, ai quali il Principe di Canino, diceva: lasciate questo Papaccio, vi dò paga doppia.

E così si spiega anche, con quelle premesse, con quell’ambiente, con quel clima storico, come quella idea della uccisione di Pellegrino Rossi, avvalorata negli animi del Canino, di Ciceruacchio, del Guerrini, di Angelo Bezzi e di Luigi Salvati, dalle eccitatrici, autorevoli, suggestionanti parole di Pietro Sterbini, rimasta segretissima fra cinque o sei sino al 12 novembre, passasse dallo stato di incubazione, allo stato di sviluppo.

Sulla vera preparazione della trama, in realtà le risultanze processuali sono piuttosto oscure; pure non lo sono tanto da non permettere, a chi voglia e sappia raccogliere e coordinare i fili di luce che si insinuano, qua e lá, fra quelle tenebre, di scorgere la verità.

Due circostanze sono assicurate dalle risultanze del processo e sono queste: che la uccisione di Pellegrino Rossi fu discussa e deliberata in una segreta riunione; che questa riunione fu tenuta, non si sa dove, due o tre giorni al più prima del 15 novembre.

Che ci fosse questa riunione due o tre giorni prima del giorno 15 si ha in atti dalle deposizioni di Francesco Anessi giardiniere del Principe Massimo, dell’avvocato Dionisio Zannini, del Dottor Diomede Pantaleoni, del Cavalier Domenico Antonio Nardini, dalla deposizione stragiudiziale ul-

    pure fu stampata in foglietto volante, senza indicazione di tipografia e fu distribuita e venduta e che tolgo da un esemplare, non solo divenuto rarissimo, ma irreperibile, esistente in una preziosa Miscellanea presso di me. Vedi Documento n. XIX.