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capitolo ventesimo 143

Campello, del Berti Pichat, del Rusconi, del Borgia, del Sacripante, del Manzoni, del Marini, del Caporioni, del Galeotti 1 e specialmente sotto gli assalti dei due autorevolissimi e popolarissimi Avvocato Galletti — assai influente sui rappresentanti romagnoli — e Conte Mamiani, che esercitava un grande ascendente sui Deputati Umbri e Marchegiani e sotto i concordi assalti del giornalismo, dei circoli, della opinione pubblica avrebbe dovuto infallantemente cadere e sarebbe caduto dal potere; la odiosa ripercussione che quella uccisione avrebbe prodotta in Europa: lo scalpore che di quel delitto avrebbero menato tutti i reazionarii del secolo contro la causa della indipendenza italiana; l’onta che da quel delitto sarebbe scaturita contro tutto il partito liberale romano, sul quale quella uccisione avrebbe pesato come macchia incancellabile; tutte queste ragioni saranno state addotte fra quelle teste calde e fra quei fanatici.

Ma gli oratori di questi fanatici e primo, verosimilmente, lo Sterbini, avranno risposto con enfasi e con calore, sottoponendo agli adunati tutte le ragioni che, secondo loro, rendevano utile e necessaria la soppressione di Pellegrino Rossi, colpevole di tradita Carboneria, l’uomo scettico, materialista, immorale, beffardo, allievo e seguace della corruzione di Luigi Filippo e del Guizot, l’uomo dalle cinque patrie, l’uomo dallo straordinario ingegno e dalla straordinaria dottrina, l’uomo abilissimo senza scrupoli e senza idealità, l’uomo dalla eloquenza affascinante, che si era venuto a fare il gerente responsabile della politica reazionaria del fedifrago Pontefice e che voleva l’alleanza col Borbone e si opponeva alla lega col Piemonte, che avrebbe impedito il rin-

  1. Che tutti questi Deputati si sarebbero indubbiamente schierati subito contro il Ministero Rossi si deduce da un fatto importantissimo, di cui non ha tenuto conto nessuno degli storici del risorgimento italiano da me veduti, il fatto cioè, che tutti questi Deputati, rieletti due mesi e mezzo dopo rappresentanti alla Costituente, votarono tutti per la decadenza del potere temporale dei Papi e per la proclamazione della repubblica.
       Che il Mamiani e il Galletti avrebbero subito capitanato la opposizione nel Consiglio dei Deputati si desume irrefiutabilmente dal loro immediato successivo atteggiamento e da quello dei giornali Epoca e Don Pirlone ispirati dal Mamiani, che collaborava anche nell’uno e nell’altro, e da quello del Contemporaneo e della Pallade sostenitori e laudatori strenui del Galletti.