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capitolo ventesimo 149

Ciceruacchio e le cento raccolte al Teatro Capranica per la estrazione delle palle nere... sarebbe proprio divenuto davvero il famoso segreto di Pulcinella e il Rossi e il Governo ne avrebbero avuto o il giorno 12, o il 13, o, al più tardi nella mattina del 14, otto, dieci, dodici avvisi.

Lo Sterbini e Angelo Brunetti e il Guerrini, come è dato desumere dagli atti del processo dai giornali del tempo e dagli storici più vicini a quell’avvenimento, si adoperarono, durante il giorno 14 a diffondere in tutti i modi la voce fra i civici più caldi e liberali — che ascendevano a tre o quattro mila — fra i Legionari, fra i Finanzieri e fra quelle tali schiere plebee che seguivano Ciceruacchio — e nelle quali purtroppo si insinuava la ciurmaglia dei ladri e dei rapinatori — che occorreva il giorno appresso uscire in divisa ed armati per respingere con la forza gli attentati che il Rossi meditava commettere contro la libertà per mezzo dei Carabinieri.

E fu così e fu per questo fatto che anche Luigi Grandoni, il quale, per la sua rivalità con Bartolomeo Galletti e per la sua eccentricità e vanità, e per il suo temperamento, fin dal suo ritorno dal Veneto si era venuto, come del resto il novantacinque per cento dei patriotti romani a quei giorni, alienando, non tanto da Pio IX, quanto dalla consorteria austro-reazionaria dei Cardinali e dei Prelati che ormai lo avevano accerchiato e suggestionato ai danni della causa nazionale, fu per questo fatto, fu così che anche Luigi Grandoni, che era stato Tenente, nella Legione, che, per la sua posizione, per la sua onestà, pel suo censo, aveva molta aderenza fra i Legionari dei cui interessi, insieme col Ruspoli, col Belli, col De Angelis, con Giovanni Costa, si era dal Settembre venuto occupando nelle sette od otto riunioni tenute prima all’aria aperta al tempio della Pace, poi per due volte alla Filarmonica, poi per altre quattro o cinque volte al Teatro Capranica a fine di ottenere dal Municipio le medaglie cemmemoratrici degli onorandi fatti d’arme di Vicenza, a fine di venire in soccorso dei bisognosi, di trovare lavoro ai disoccupati, a fine di organizzare in battaglione mobilizzato tutti quelli fra i Reduci che non avevano