Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana III.pdf/217

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documenti 205

con tripudi, e feste, ed evviva al Pontefice, scoppiava poi nei giorni 15 e 16 novembre 1848 in aperta ribellione e s’inaugurava col sangue di un primario Ministro di Stato; gli effetti furono a tutti palesi e palesi le cause moventi e finali; ma i mezzi e i modi speciali concertati e attivati nell’oscurità, il numero delle persone concorrenti allo scopo, e la parte principalmente da essi sostenuta, è ciò che in questo importantissimo giudizio si deve indagare e liquidare; in questi tortuosi e tenebrosi giri di rivoluzione noi abbiamo per iscorta principalmente la fiaccola alzata da un impunito, fiaccola, che, a mio credere serve, piuttosto a cambiar colore e forma di quello che a rischiarare gli oggetti. E pertanto di suprema importanza nella nostra discussione il fissar bene l’occhio e la mente sulla persona di costui, il considerare il rivelo, l’indagare quanto questo si trovi in armonia coi fatti e con gli altri risultati processuali, per giudicare quale e quanta credibilità possano meritare le sue parole, e qual peso possano le medesime portare nella bilancia della giustizia. Prima però di entrare nella parte analitica e critica, trovo opportuno (seguendo l’esempio del Ministro Processante nel fiscale ristretto) di toccare un momento la parte storica di questa Causa, o per dir meglio del processo. Protesto, per buona intelligenza dei mio discorso, che io non intendo qui di dolermi o di prendermela con alcuno dei due processanti o di coloro che possano aver avuto parte, o direzione, od influenza sulla compilazione degli atti; da banda le querele e i rimproveri che io dichiaro non voler dirigere ad alcuno; intendo solo di fare, in via di storia, delle osservazioni che molto potranno, a mio credere, conferire a dare la giusta valutazione a taluni elementi fiscali e ad interessarsi maggiormente della condizione di molti inquisiti in causa.

È noto che, avvenuto il delitto, ed assunti appena gli atti primordiali generici, la processura rimase deserta per lo scoppio della rivoluzione. Dopo cinque mesi da che era ripristinato il legittimo Governo, ossia ai 3 di novembre 1843 si riassume l’incarto per la prosecuzione. Cominciano a farsi degli arresti, fra i quali ai 20 di gennaio 1850 quello di Luigi Grandoni, non per mandato di giudice, ma per ispontaneo zelo degli agenti di Polizia, fra i quali era il più accanito e forse provocava la cattura del Grandoni, uno che aveva già militato nel Veneto alla guerra, si era mostrato caldo liberale e che poi, revoluto pallio, era tornato a funzionare fra le guardie politiche. Passano due interi anni di languore e d’inerzia fatale; dico fatale, perchè intanto venivano scomparendo dalla scena