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212 il processo di pellegrino rossi

que introdursi ed andare ad esplorare, come infatti vi è stato chi per conto della Polizia, vi si è portato a spiare. Che se anche da alcuni di coloro, che formavano la platea, di più caldi, si facevano proposizioni o progetti avventati, nessuno potrà dire che Grandoni e gli altri del Consiglio li approvassero.

Anzi il Ruspoli sostiene che talvolta Grandoni parlava in senso di tenere all’ordine certuni più irruenti nelle pretese, inculcando moderazione e che tutto si doveva ottenere coi mezzi legali; i quali principi, non piacendo forse a taluno, dice il Costa che il Grandoni non godeva perciò troppa fiducia, che si dubitava che si fosse intruso per qualche mira, che si tacciava da Gesuita, e udì perfino una volta che si trattava di sbrigarsi di lui; e De-Angelis asserisce avergli detto più volte il Grandoni a quell’epoca, che essendovi delle teste calde, egli cercava di tenerle sottocchio e in soggezione, perchè non eccedessero. Se dunque il Grandoni non era il primo rappresentante in quella riunione, essendo Ruspoli il presidente, se esso come consigliere ebbe sempre a soci indivisibili il Costa, il Belli, in tutte le riunioni cui intervenne, e che si tenevano a porte aperte, se niuno può dire che quando esso vi assisteva con gli altri nominati soggetti, si prendessero, lui consenziente, dei partiti immoderati, risultando, ch’egli si adoperasse per tenere in freno i caldi e gl’irruenti fino al punto di divenire esoso ed insidiato della vita, nessuno di voi, o signori, credo che vorrà calcolare come un elemento di reità a danno dei Grandoni la sua intervenienza a Capranica, come non l’ha calcolato a danno del Ruspoli, del Costa e del Belli, le cui idee non si possono scindere da quelle del Grandoni, e che pur non sono stati punto perseguitati dal fisco.

Ma veniamo un poco più alle strette. L’impunitario dice che la sera del 14 novembre vi fu riunione al Circolo popolare, dove fra gli altri intervenne il Grandoni e si tenne proposito dell’uccisione del Rossi, che circa le 3 o le 4 di notte mossero tutti per accompagnare Sterbini a casa, e colà giunti furono congedati da Sterbini, Ciceruacchio, Bezzi ed altri Legionari, dicendo loro Sterbini: — Ragazzi, io già l’ho annunciato nel mio Contemporaneo, non mi fate far domani trista figura — e si separarono; nè esso sa dove andassero.

Qui cessa di parlar di fatto proprio; e sottentrando a parlare de relato altrui per ciò che egli suppone avvenisse posteriormente, in quella sera, dice che la sera seguente del 15, il Ranucci al Caffè delle Belle Arti gli contò che più tardi Sterbini, Guerrini, Grandoni e i Legionari si erano riuniti a Capranica, che quivi non