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232 il processo di pellegrino rossi


Luigi Salvati
Angelo Bezzi

ed altri o mandanti o mandatarii.

Considerando come dall’atto di giudiziale autopsia del cadavere del Conte Pellegrino Rossi si raccolga a chiarissime note la causa unica, e necessaria della morte di lui, essere stata una sola ferita nella regione laterale sinistra del collo, penetrante oltre quattro dita trasverse con recisione completa della carotide, e vena jugulare esterna e con recisione parziale della carotide primitiva, prodotta da istromento perforante ambitagliente.

Considerando in ordine alle cause, che preparavano si grave delitto, come fin dai moti, nati in Roma nel maggio 1848 alla manifestazione della Sovrana volontà sulla guerra di Lombardia, incominciassero quei stessi novatori, che avevano già presa tanta parte nei politici avvenimenti, ad istituirsi in fazione avversante i principi del Governo, contro cui impresero a cospirare segretamente, corrompendo colle arti della seduzione, e col danaro i traviati uomini della plebe, e le milizie; al che con tanto maggiore studio intendevano, quando si udivano i fatti di Napoli del 15 maggio, che frenando la foga dell7 irrompente anarchia, vi ristoravano l’ordine, e la regale Autorità.

Considerando, come risulti indubbiamente dagli atti e pel detto di un rivelante, e per deposto di testimoni, e per prove incontrastabili, che fondatesi in quel torno due società, l’una delle quali conveniva ora in qualche osteria presso la Piazza del Popolo, ora nel fienile di Angelo Brunetti, ora in casa di questo; e l’altra nel rione Monti presso la bottega dei fratelli Facciotti, e al Colosseo, e in campo Vaccino, e nel Rione Regola; queste, che si componevano dei più tristi e perduti del popolo seguendo gli impulsi, che imprimevano al movimento i Capi Agitatori, il Giornalismo, ed il Circolo Popolare, che era come a centro dell’azione, altro scopo non avevano che di abbattere la potestà temporale del Pontefice collo stolto pretesto della guerra, e della unione d’Italia, meditando a tal effetto la strage delle prime Autorità, la rapina, il saccheggio.

Considerando, come dopo essere surti, e caduti con varie fasi in mezzo a questa politica commozione più Ministeri, dopo le vittorie delle armi Austriache a Vicenza, a Curtatone ed a Milano, dopo gli avvenimenti di Napoli, compressa così in gran parte l’idra rivoluzionaria in Italia, l’Augusto Gerarca sperando i Novatori se non più assennati, almen più docili all’impero delle circostanze,