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238 il processo di pellegrino rossi

congreghe nei Fienili di quest’ultimo, specialmente la sera del 13 novembre presenti Bezzi, Facciotti, Colonnello, Salvati, Conti, ed altri capi e satelliti apertamente dallo Sterbini stesso, e dal Guerrini si dichiarasse decretata la morte del Rossi per il giorno 15 alla riapertura del Consiglio, e doversi eseguire prima che fosse giunto a parlare, poichè sarebbe stato di estremo pericolo il permettergli la parola; gli esecutori essere una parte de’ Reduci di Vicenza, diretta dal Grandoni, che sarebbero comparsi vestiti della vecchia loro tunica; gli stessi Reduci, gente di armi avrebbero incominciata la lotta coi Carabinieri, se il Rossi avesse fatto da questi guernire il Palazzo, e la strada della Cancelleria; nel caso di resistenza della Forza dover essi accorrere armati nelle diverse piazze di Roma, ove avrebbero trovato i loro capi per insorgere, giacchè in quel giorno dovevasi fare la rivoluzione, ed il Rossi uccidersi in qualunque luogo si fosse trovato. Furono quindi in quella sera dispensate a tutti gli intervenuti, che erano pur molti, una, o due pistole per ciascuno. Depone altresì il rivelante, come in questa adunanza prima che s’incominciasse a parlare, accedesse ivi il Grandoni associato ad altro individuo, il quale come aveva fatto altre volte, trasse fuori a parlare lo Sterbini, ed il Guerrini, e forse anche il Brunetti, e terminato il colloquio questi rientrassero, senza che quegli si facesse più vedere. E circa la sera del 14 narrava, che a notte inoltrata, sortito dal circolo lo Sterbini, col Grandoni, Brunetti, Bezzi, Facciotti, ed altri non pochi legionari s’inviassero tutti verso la casa di abitazione dello Sterbini stesso, ma prima di giungervi, venisse da lui licenziata una parte di coloro, che nel lasciarlo tornava ad animare con incoraggianti parole, restando così egli col Grandoni, Brunetti, Bezzi, fratelli Costantini, ed altri parecchi legionari. Veniva poi a conoscere nel giorno veniente, che di qua lo Sterbini con tutto il seguito si recasse al teatro Capranica, luogo delle riunioni dei Legionari, ed ivi presiedendo costui, il Grandoni, il Brunetti, il Guerrini fossero prescelti sei, od otto, i quali dovevano colpire il Rossi, come meglio a ciascuno fosse caduto sotto il pugnale, nel passare, che avrebbe fatto, venendo al Consiglio, per l’atrio del palazzo, rimanendo stabilito, che il colpo doveva darglisi al collo, per timore, che nella vita potesse indossare una qualche maglia di ferro.

Considerando come a sostegno, ed in verificazione di tale rivelo sorga primieramente il detto di non pochi inquisiti in causa, e di molti testimoni, che depongono di circostanze corrispondenti, e prossime ai narrati fatti; quindi le manifestazioni del coinquisito In-