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246 il processo di pellegrino rossi

Considerando come Bernardino Facciotti per quanto anche è stato precedentemente osservato, prestasse pure favore in dipendenza dei principali mandanti, alla ribellione, ed all’assassinio, mentre resta ad esuberanza stabilito, che caldeggiasse pei sistemi repubblicani, e fosse di massime pervertite, ed immorali; che si adoperasse ad estendere le associazioni, a sedurre la truppa, ed in particolar modo i Dragoni, tenendo congreghe sovversive nella stessa sua bottega; che fosse in intima relazione non solo col Colonnello, col Brunetti, Conti, Salvati, Accursi, ma anche con Aurelio Saliceti, ed altri.

Considerando come resti pur provato negli atti, che l’inquisito intervenisse alle Congreghe preparatorie all’assassinio che ebbero luogo nei giorni 18 e 14 novembre nel Fienile Brunetti, ed al Circolo popolare, e che fin dallo stesso giorno 14 si udisse ripetere senza mistero, che nell’indomani il Rossi non sarebbe arrivato a salire la scala del Palazzo della Cancelleria.

Considerando, che la mattina del 15 novembre si recava l’Inquisito premusosamente alla Cancelleria, prima assai, che avvenisse il delitto; spiava l’animo di qualche pattuglia di Carabinieri in perlustrazione; si dava moto col Conti, perchè quelli della Fazione si trovassero pronti, nel caso che i Carabinieri avessero fatto resistenza, presenziava infine la esecuzione dell’assassinio; circostanze tutte riferite dal rivelante, e da un testimone, ai quali è forza prestar fede, giacchè lo stesso Facciotti ammette il suo accesso alla Cancelleria ed ammette l’associazione col testimone, e col rivelante.

Considerando, che più testimoni depongono, come seguito appena l’assassinio il Facciotti a vedere il sangue ancor fumante dell’estinto Ministro facessegli ingiuria con vituperevoli parole, ed alludendo alla Congiura, terminasse col dire «il rossi voleva rovinar noi; e noi invece abbiamo rovinato lui» non senza manifestar quindi, che la uccisione del Rossi era stata decretata dallo Sterbini, ed anche dal Galletti, dall’Accursi, e da altri.

Considerando che nella sera stessa del 15 novembre prese pur parte l’Inquisito alle ovazioni; accorse con altri a far plauso al Galletti, ciò che non seppe impugnare esso medesimo; mentre poi anche egli il giorno 16 concorreva con feccia di plebe a sostenere la ribellione nel Quirinale.

Considerando, che Filippo Facciotti, e Francesco Costantini in dipendenza dei rispettivi loro fratelli fecero parte delle società sovversive, intervennero ai raduni notturni, ed alle congreghe prepa-